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10 Agosto 2018 Radio Flash – 40 Anni suonati.

Radio Flash – 40 Anni suonati.

E’ stata una grande festa quella dei 40 anni “suonati bene” di Radio Flash l’emittente siciliana nata ad Adrano nell’ormai lontano 1978 (la prima sede era in via Papini, una traversa di via della Regione).
Il dato di longevità della radio adranita la colloca tra le prime emittenti radiofoniche sorte in Italia.  
Il patron Enzo Sangrigoli è stato inondato in questi giorni da centinaia di messaggi da parte di speaker ed editori radiofonici italiani. Riviste e blog legati all’emittenza radiofonica hanno segnalato il “D-day” del 4 Agosto.
Un regalo a sorpresa è arrivato da decine di famosi artisti italiani che hanno inviato un video messaggio di auguri: Fausto Leali, Amedeo Minghi, Gatto Panceri, i Jalisse, Jerry Calà solo per nominarne alcuni.
Sul palco allestito in Piazza Umberto c’è stato spazio anche per i ricordi: voci storiche della radio hanno scandito le tappe principali della “no stop” radiofonica lunga 40 anni. In primo piano tantissima musica.
Sul palco dei festeggiamenti i mitici Beans ai quali è stato assegnato un premio alla loro brillante carriera, la regina dei balli di gruppo Cecilia Gayle e il catanese Brigantony al quale è stata assegnato un premio alla carriera e alla sicilianità. 
La maratona di compleanno ha previsto anche l’esibizione di Dinastia, Giuseppe Tomaselli, Orazio Russo e gli originali Sicilian Style. 
Al progetto di una festa in piazza per la radio che è divenuta patrimonio di tutta la città guardano con soddisfazione anche il sindaco di Adrano, Angelo D’Agate, e l’assessore allo Spettacolo, Anna Rita Marcellino, la quale ha assegnato un targa all’editore dell’emittente.
La festa di compleanno è comincia a partire dalle 21.30,  è stata l’occasione per ricordare anche alcune voci scomparse delle radio, Turi Caltabiano, Vincenzo Guzzardi, Franco Musumeci e Michele Messina, tra le voci inconfondibili di Radio Flash scomparso di recente, è stato consegnato ai suoi familiari il Premio Michele Messina. Premi e riconoscimenti sono stato assegnati ad Angelo Donato, fondatore nel 1978 di Radio Flash, Emanuele Sanfilippo, dj ed editore della radio, Nicola Savoca, voce storica dell’emittente, e all’attuale editore Enzo Sangrigoli
Piazza Umberto era particolarmente gremita tra fan della radio e gente incuriosita dall’evento, tutti a cantare ed applaudire i 40 anni di vita di Radio Flash.
5 Aprile 2018 40 anni di Goldrake

40 anni di Goldrake

Il 4 aprile del 1978 arrivava su Rai 2 Goldrake, il cartone giapponese che avrebbe cambiato per sempre la cultura pop italiana

Il 4 aprile 1978 è stato un giorno fondamentale per la televisione italiana, alle 18:45 su Rai 2 veniva trasmessa per la prima volta una puntata di Goldrake, opera di Go Nagai preceduta da una spiegazione di Maria Giovanna Elmi che cercava di contestualizzare il cartone animato.

Inizialmente in Italia il cartone animato si è chiamato Atlas Ufo Robot a causa di un madornale errore di traduzione. Visto che la serie fu acquistata non direttamente dal Giappone, ma dai network francesi, il suo nome sulla guida tv transalpina era Atlas Ufo Robot, solo che Atlas era il nome della guida stessa.

Dopo l’arrivo in Italia di Goldrake, Grendizer in originale, la televisione italiana non fu più la stessa. Tutte le concezioni che avevamo sui cartoni animati, sull’animazione giapponese e sulla divisione manichea tra cultura alta e cultura bassa, tra intrattenimento per bambini e quelle per adulti, furono spazzate via con un colpo di alabarda spaziale. Sono stati scritti un sacco di libri, soprattutto in Italia, sulla sua importanza, pagine e pagine di cultura pop che mostrano gli effetti e il cammino di avvicinamento a questo tsunami cognitivo.

 

14 Dicembre 2017 Quarant’anni di “Febbre del sabato sera”

Quarant’anni di “Febbre del sabato sera”

Il ruolo di Tony Manero valse a John Travolta la candidatura agli Oscar e lanciò la sua carriera. E la colonna sonora con i brani dei Bee Gees? È diventata un cult. Ecco come e perché il film sulla disco music è diventato icona di una generazione.

Era il 14 dicembre 1977: nei cinema americani usciva Saturday Night Fever con un quasi sconosciuto John Travolta. Un film che conquistò l’immaginario di un’intera generazione, merito soprattutto della colonna sonora composta non solo, ma perlopiù, da brani dei Bee Gees : l’album uscì una settimana prima del lungometraggio e rimase al primo posto della classifica USA Billboard 200 per 24 settimane consecutive. Era il trionfo della disco music e l’Italia non fu estranea al contagio: nel nostro Paese La febbre del sabato sera arrivò nelle sale il 13 marzo 1978, nel pieno degli anni di piombo, quando erano in tanti a sentire forte l’esigenza di mettere da parte le battaglie politiche e i bollettini di guerra del terrorismo, per concedersi un po’ di leggerezza.

In realtà, il lungometraggio del regista John Badham non era solo un tripudio di passi di danza e luci da discoteca, per questo da noi finì sul grande schermo con il divieto ai minori di 14 anni. Interpretato da un John Travolta 23enne pronto per entrare nell’olimpo delle star di Hollywood, il protagonista Tony Manero era un giovane italo-americano che di giorno lavorava come commesso a Brooklyn, per trasformarsi in ballerino da urlo la notte, sulla pista della discoteca 2001 Odissey: la sua storia rappresentava la voglia di riscatto sociale che accomunava molti giovani delle periferie della Grande Mela. E nello sviluppo della sceneggiatura si toccavano temi quali il razzismo, l’influenza della religione sulla morale, la violenza sessuale, la disuguaglianza tra classi sociali.

Ma poi c’erano i lustrini e sono stati specialmente quelli a restare nella memoria. Come dimenticare il completo bianco, la camminata ancheggiante, i preparativi di fronte allo specchio, la mossa con il braccio alzato verso il cielo che consacrarono Travolta al successo e gli valsero una candidatura agli Oscar? E come dimenticare il falsetto dei Bee Gees, anima di canzoni come Stayin’ Alive, How Deep Is Your Love e More Than A Woman? Oltre 40 i milioni di copie vendute in tutto il mondo con quella colonna sonora: prima della pubblicazione di Thriller di Michael Jackson, Saturday Night Fever: The Original Movie Sound Track, premiato con due Grammy Awards nel 1979 e poi con il Grammy Hall of Fame Award nel 2004, era l’album più venduto di sempre, giunto in vetta alle classifiche non solo negli States, ma anche in numerosi altri Paesi, dall’Australia al Regno Unito, dal Canada all’Olanda, dal Giappone alla Germania fino all’Italia.

Ora, a 40 anni dall’uscita, è tra i dieci dischi più venduti di tutti i tempi. Una pietra miliare, insomma, di cui parla il giornalista Stefano Cocci nel libro La febbre del sabato sera – 40 anni del film icona della disco music, uscito da poco per Edizioni Ultra. Un evergreen che fino alla fine di dicembre si potrà riascoltare anche in un centinaio di cinema italiani, nella versione restaurata del film.

Per la cronaca, la discoteca frequentata da Tony Manero nel film, situata al numero 802 della 64th Street di Brooklyn, oggi non c’è più: dopo qualche anno di grande popolarità, il club chiuse nel 1987 e fu sostituito da un locale gay, che avrebbe a sua volta abbassato le saracinesche nel 1995. L’edificio rimase poi in disuso per anni, fino a quando fu demolito, mentre la pista da ballo è stata messa in vendita a pezzi su eBay.