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8 Marzo 2020 La festa della donna: sarà un 8 marzo senza cortei, tra sit-in e balconi color fucsia

La festa della donna: sarà un 8 marzo senza cortei, tra sit-in e balconi color fucsia

Ai tempi del Coronavirus tutto cambia anche l’8 marzo si trasforma. 

Oggi niente cortei,rassegne e feste, ma un sit-in nel cuore di Roma ci sarà. “I nostri corpi si disporranno a distanza-spiega la piattaforma ‘Non Una di Meno’, storica promotrice della manifestazione dell’ 8 marzo-ma uniti da un filo fucsia che segnala ciò che ci rende vive: la reciproca,le alleanze nelle differenze, la lotta quotidiana alla solitudine,alla violenza patriarcale, allo sfruttamento”.

Resta l’invito ad appendere qualcosa, un indumento o un oggetto di color fucsia alla finestra o al balcone.

8 Marzo 2018 Che cos’è la Giornata internazionale della donna e perché è importante

Che cos’è la Giornata internazionale della donna e perché è importante

Arriva da una tradizione cominciata agli inizi del Novecento che ha a che fare con il socialismo, tra le altre cose, e ricorda i diritti conquistati dalle donne e quelli da ottenere

La Giornata Internazionale della donna (conosciuta comunemente anche come “festa della donna”) non si è sempre festeggiata l’8 marzo: la prima giornata della donna fu organizzata dal Partito socialista americano il 28 febbraio del 1909 e fu una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. Oggi la Giornata Internazionale della donna si celebra in tutto il mondo, con differenze tra paese e paese: per esempio, in Italia per la festa della donna si regalano le mimose.

La Giornata Internazionale della donna è stata istituita per ricordare i diritti e le conquiste sociali ottenuti nel corso degli ultimi decenni dalle donne. Oggi anche Google ricorda la festa della donna, sostituendo il suo classico logo con un doodle che mostra dodici brevi storie illustrate da altrettante disegnatrici e grafiche di diversi paesi: sono Philippa Rice, Saffa Khan, Karabo Poppy Moletsane, Laerte, Kaveri Gopalakrishnan, Chihiro Takeuchi, Tnlaya Dunn, Tillie Walden, Estelí Meza, Anna Haifisch, Francesca Sanna e Isuri. Ognuna racconta in modo diverso le donne nelle società e nelle culture in cui vivono, le loro aspirazioni e la possibilità o meno di realizzarle, le cose che sono cambiate nella loro condizione e le cose che sono ancora da cambiare.

In occasione della Giornata internazionale della donna, in Italia e in più di 70 paesi del mondo, è stato organizzato un grande sciopero delle donne per protestare contro le forme di disuguaglianza tra uomini e donne. È organizzato da diversi movimenti femministi e, in Italia, da Non Una Di Meno. È uno sciopero femminista, sociale e politico, e non solo uno sciopero dal lavoro classicamente inteso: un’astensione da ogni attività anche di cura, formale o informale, gratuita o retribuita e sarà uno sciopero dal consumo e dai ruoli imposti dagli stereotipi di genere. Sul sito di Non Una di Meno si spiega che l’obiettivo principale della mobilitazione è il contrasto alla violenza maschile e a tutte le forme di violenza di genere.

La prima Festa della donna

Dopo la manifestazione del 1909 negli Stati Uniti, alla Seconda Conferenza internazionale delle donne, organizzata nel 1910 a Copenaghen, si discusse di istituire una festa ufficiale, senza però stabilire una data precisa. L’anno successivo, il 19 marzo, venne festeggiata da oltre un milione di donne in Svizzera, in Danimarca, negli allora Impero austroungarico e Impero tedesco.

La prima Giornata internazionale della donna ad essere festeggiata un 8 marzo fu quella del 1914, forse perché quell’anno era una domenica. Tre anni dopo ci fu un’altra manifestazione, sempre avvenuta l’8 marzo, nella quale le donne della capitale dell’Impero russo, San Pietroburgo, protestarono per chiedere la fine della guerra. Quattro giorni dopo lo zar abdicò – l’Impero attraversava da tempo una profondissima crisi – e il governo provvisorio concesse alle donne il diritto di voto: quella delle donne di San Pietroburgo fu una delle prime e più importanti manifestazioni di quella che oggi viene chiamata Rivoluzione di febbraio (perché, per il calendario giuliano all’epoca in vigore in Russia, avvenne il 23 febbraio). Dopo la rivoluzione bolscevica, nel 1922 Vladimir Lenin istituì l’8 marzo come festività ufficiale.

La Festa della donna e l’URSS

Fino agli anni Settanta la Festa della donna si festeggiò quasi esclusivamente nei paesi dell’Unione Sovietica e in Cina. Il 1975 fu dichiarato “Anno internazionale delle donne”, e le Nazioni Unite invitarono tutti i paesi membri a celebrare la ricorrenza dell’8 marzo. Due anni dopo, con una risoluzione ufficiale, l’ONU istituzionalizzò la festività.

Leggende metropolitane

Negli anni si sono diffuse leggende e storie infondate sulla nascita della Festa della donna. Una delle più comuni sostiene che venne istituita per ricordare un incendio che uccise centinaia di operaie di una fabbrica di camicie a New York l’8 marzo 1908. Quest’incendio non avvenne mai, in realtà: ce ne fu uno il 25 marzo del 1911 nel quale morirono 140 persone, soprattutto donne immigrate italiane e dell’Europa dell’Est, ma non fu davvero all’origine della festività, anche se l’episodio divenne uno dei simboli della campagna in favore dei diritti delle operaie. Allo stesso modo, non è vero – come sostiene un’altra versione – che la Giornata internazionale della donna viene celebrata per ricordare la dura repressione di una manifestazione sindacale di operaie tessili organizzata sempre a New York nel 1857.

Perché l’8 marzo si regalano le mimose?

In moltissimi paesi è tradizioni regalare fiori alle donne l’8 marzo ma la relazione tra i fiori di mimosa e la Festa della donna c’è solo in Italia. Nel nostro paese la Giornata internazionale della donna cominciò a essere celebrata anche dopo la Seconda guerra mondiale su iniziativa del Partito Comunista Italiano e dell’Unione delle Donne in Italia (UDI). Secondo i racconti dell’epoca, inizialmente si voleva usare come fiore simbolo della festa la violetta, un fiore con una lunga tradizione nella sinistra europea: uno dei sostenitori di questa idea era il vice-segretario del Partito Comunista Luigi Longo. Alcune dirigenti del Partito Comunista però si opposero: la violetta era un fiore costoso e difficile da trovare. L’Italia era appena uscita dalla guerra e molti si trovavano in condizioni economiche precarie e avrebbero avuto molte difficoltà a procurarsi le violette. Tra loro c’era Teresa Mattei, una ex partigiana che negli anni successivi avrebbe continuato a battersi per i diritti delle donne. Di lei è diventato leggendariouno scambio che ebbe con un deputato liberale a proposito della parità tra uomini e donne all’interno della magistratura: «Signorina, ma lei lo sa che in certi giorni del mese le donne non ragionano?», chiese il deputato. E lei rispose: «Ci sono uomini che non ragionano tutti i giorni del mese».

Mattei, insieme a Rita Montagna e Teresa Noce, propose di adottare un fiore molto più economico, che fiorisse alla fine dell’inverno e che fosse facile da trovare nei campi: da qui nacque l’idea della mimosa. Anni dopo, in un’intervista Mattei disse: «La mimosa era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette. Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente». Anche se la festa della donna non divenne una ricorrenza popolare fino agli anni Settanta, la tradizione della mimosa ebbe successo e si mantiene ancora oggi. Come disse Mattei, morta nel 2013 a 92 anni: «Quando nel giorno della festa della donna vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano».

8 Marzo 2018 La catanese Dora Musumeci, prima pianista jazz d’Italia

La catanese Dora Musumeci, prima pianista jazz d’Italia

Oggi, 8 marzo giorno scelto per la festa internazionale della donna, vogliamo farvi conoscere un talento nostrano: la catanese Dora Musumeci, la prima pianista jazz d’Italia.

Dora Musumeci nacque a Catania nel 1934. Il padre Salvatore Musumeci era violinista presso il Teatro Massimo Vincenzo Bellini. Vero talento, Giulia Isidora, questo il suo nome di battesimo, cominciò a studiare musica a cinque anni, divenendo ben presto una bambina- prodigio; a dieci faceva parte di vari gruppi musicali nei quali si esibiva da professionista. A quindici abbandonò la scuola per partire per il suo primo tour internazionale per Tripoli. Da quel momento si diede tutta alla musica.

A 18 anni si diplomò in pianoforte classico col massimo dei voti e la lode, presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, scegliendo il nome di Dora Musumeci

Dopo il diploma, Dora abbandonò la musica classica, rapita dalle melodie coinvolgenti del jazz, inventato in America dal siciliano Dominic James La Rocca, detto Nick.

Nel ’47 per Dora iniziò la sua consacrazione, sancita da un articolo monografico su di lei pubblicato su Musica Jazz.  La sua fama superava i confini dell’Isola. L’artista collaborò con i grandi della musica, soprattutto jazz, come Dizzy Gillespie e Lionel Hampton. Formò la sua prima band, il cui bassista e cantante era Roby Matano (in seguito componente de “I Campioni”) e incise le sue prime canzoni, che la condussero in tour in Spagna, Francia, Portogallo, Germania, Belgio e Svizzera.

Nel nel 1956, a Torino, Dora pubblicò l’album “La regina dello swing” che le fece vincere nello stesso anno il primo premio al Festival del Jazz di Modena. Veniva spesso ospitata in trasmissioni televisive e radiofoniche, e continuò a pubblicare dischi per varie case discografiche; dal vivo inoltre eseguiva spesso arrangiamenti jazz di canzoni di musica leggera. Formò un quartetto a suo nome a cui appartenevano “fair” Little Cickets, Tonino Ferrelli e Roberto Petrin.

Negli anni Sessanta, Dora Musumeci arrivò anche al Piper, il noto club musicale di Roma, portando quindi il jazz nella casa consacrata alla beat; partecipò a numerose trasmissioni radio e tv , ebbe parte attiva nel mondo del cinema, registrando alcuni brani per colonne sonore assieme a importanti  compositori, tra cui il maestro Ennio Morricone, Romano Mussolini Giovanni Tommaso. In questi anni tanti sono stati i concerti e i festival a cui Dora partecipò, arrivando a conoscere e a lavorare con alcuni dei direttori d’orchestra come Scherchen, Urbini, Somogyi, Fistoulari, Gillespie, Cannonball Weismann, Garcia Asencio. La catanese si dedicò inoltre alla realizzazione di musiche per spettacoli radiofonici o teatrali, come nel caso de “L’aria del continente” di Nino Martoglio, adattamento di Turi Ferro. La musicista incise fino al 1961.

Con questo successo, Dora Musumeci girò molte volte l’Europa. Negli anni Settanta abbandonò definitivamente il jazz per dedicarsi alla musica classica, suo grande amore, soprattutto a quella di Debussy, Bach, Rachmaninoff. Compose musiche per spettacoli radiofonici, tra cui nel 1972 “La scuola dei buffoni” di Michel de Ghelderode, per la regia di Romano Bernardi.

Divenne insegnante di pianoforte al Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria dove insegnò fino alla fine della sua vita, avvenuta nel 2004 in seguito ad un incidente stradale avvenuto a Catania, nei pressi del Corso Italia, dopo un lungo periodo di coma.

Nel 1994 venne nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica, come eccellenza italiana nel mondo. 

La discografia di Dora Musumeci

Ecco alcuni dei suoi successi:

33 giri

  • 1956: La regina dello swing (Cetra LPA 66, 25 cm)
  • 1961: 24 motivi al pianoforte (Vik, KLVP 91; pubblicato come Dora Musumeci e il suo Trio)
  • 1970: Modern piano music (Tank STG 7037).
  • 1967: Un anno di successi (Bluebell Records BB RD 100; Dora Musumeci esegue Winchester Cathedral)
  • 1988: Italian Jazz graffiti volum3 1 (Musica Jazz 2mjp 1064; album antologico allegato al numero 8-9 del 1988 della rivista Musica Jazz; Dora Musumeci esegue un brano strumentale registrato dal vivo a Torino il 3 novembre 1954)

EP

  • 1955: Caminito / Somebody Loves Me / Yesterdays / Kiss Tango (Cetra, EP 0531; con Armando Fragna e Beppe Mojetta; la Musumeci esegue Somebody Loves Me e Kiss Me, mentre l’orchestra Fragna esegue Kiss Tango e l’orchestra Mojetta esegue Caminito)
  • 1957: Ehi tu/Blues in cornice / La cicoria /Lullaby of Broadway (Philips, PE 431 025)
  • 1959: Chimere / Mentre il tempo passa / Io partirò / All Right, Ok, You Win (Consorti, MLE 10003)

78 giri

  • 1954: Vorrei sapere perché / O cangaceiro /Jamaican rumba / That’s My Desire (Cetra DD 10308)

45 giri

  • 1959: Ehi tu / Lullaby of Broadway (Philips, 363 428 PF)
  • 1960: Sono stanco / Dall’alba al tramonto (Cetra, SP 30763; con Giacomo Rondinella)
  • 1961: Qualcuno ha chiesto di me / Caffè e camomilla (RCA Italiana, PM 3036).

Guarda i video con le sue esibizioni e dei suoi brani più famosi: https://youtu.be/8reKtN3MX7k; 

https://youtu.be/O4VNzC-P2rs; https://youtu.be/3rw24EQNvKE.

Vedi anche: http://catania.italiani.it/latin-swing-al-cortile-platamone-conosciamo-gli-hjo-jazz-orchestra/