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14 Novembre 2017 Quel pene gigante apparso sulle Alpi austriache

Quel pene gigante apparso sulle Alpi austriache

Sul cucuzzolo della montagna… c’è un pene di legno gigante.

Una curiosa scultura di legno è apparsa nei giorni scorsi in cima all’Ötscher, montagna delle Alpi dell’Ybbstal (sottosezione delle Alpi della Bassa Austria) alta 1893 metri.

Come mostrano le foto scattate nei giorni scorsi da Marika Roth e condivise sulla sua pagina Facebook “Marika’s Berg-und Naturerlebnisse”, sul cucuzzolo è infatti apparso un gigante pene in legno, alto circa un metro: “Credo che l’Ötscher abbia una nuova mascotte”, ha scritto divertita la fotografa nel suo post.

Ancora ignoto l’autore dell’opera d’arte, ma il post è stato molto condiviso e commentato, tra le inevitabili battutine (volgari e non) e le domande su come sia potuta arrivare una tale scultura fino a lì.

Secondo il quotidiano tedesco Bild il proprietario degli impianti di risalita locali avrebbe già promesso all’artista un abbonamento stagionale gratuito come premio per la sua originalità.

2 Ottobre 2017 Austria, scatta il divieto totale di indossare burqa e niqab

Austria, scatta il divieto totale di indossare burqa e niqab

Guai a definirla come la legge contro il Burqa. Le autorità austriache preferiscono adoperare l’acronimo dal sapore burocratico «AGesVG» che sta per «Legge contro la copertura del volto». Promossa dal ministro degli Esteri e leader del Partito popolare Austriaco (Övp) Sebastian Kurz e approvata dal Parlamento federale a Vienna l’8 giugno scorso, la discussa legge è entrata ufficialmente in vigore ieri ma continua a dividere l’opinione pubblica. Per non farla apparire come una misura discriminatoria e anti-musulmana, il testo della legge non parla esplicitamente delle coperture integrali come il burqa o il niqab indossate dalle comunità islamiche più ortodosse, ma mette al bando tutti gli indumenti, le maschere o gli interventi cosmetici che coprono completamente il viso delle persone rendendoli di fatto non più identificabili. Non un divieto solo del velo islamico insomma, ma anche i caschi dei motociclisti, i passamontagna adoperati ad esempio sulle piste da sci e qualsiasi tipo di mascheramento del volto al di fuori delle circostanze specifiche che ne giustifichino l’uso (ad esempio durante il carnevale).

Il divieto si estende dalla domenica di ieri a tutti i luoghi pubblici e ogni violazione potrà venire sanzionata con una multa di 150 euro. I trasgressori che non sono disposti a scoprirsi il velo di fronte agli agenti che li fermano per strada (o anche sulla pista da sci?) potranno essere posti in stato di fermo e costretti a chiarire le loro generalità in un commissariato.

Al di là delle capriole linguistiche e dell’inventiva ipocrita riscontrabile nel testo della nuova legge, la normativa viene ugualmente definita da tutti gli austriaci come il «Burqa Verbot», il divieto del burqa, e per non rischiare di passare come troppo «politicamente corretto», Sebastian Kurz e il ministero degli Interni a Vienna hanno fatto stampare migliaia di volantini in quattro lingue (tedesco, inglese, turco e arabo) sui quali in modo esemplificativo e con l’ausilio di disegni vengono illustrati i vari tipi di coperture del volto messi al bando dal primo di ottobre. E guarda caso la principale figura adoperata sui volantini è proprio quella di una donna col velo integrale. Va detto che di donne fedeli alla religione musulmana che indossano il burqa o il niqab a Vienna, Salisburgo, Innsbruck «se ne vedono tante quante persone travestite da Arlecchino o da clown nel mese di luglio», ironizza un deputato del partito dei Verdi. Ma in vista delle elezioni legislative in Austria il prossimo 15 di ottobre, ogni mezzo sembra lecito ai politici del centro destra e in particolare al nuovo ed aggressivo presidente del Partito Popolare Övo per gettare un po’ di olio sul fuoco delle polemiche populiste nella speranza di sottrarre voti ai populisti veri e di estrema destra della Fpö.

Alle proteste della sinistra, delle comunità islamiche, delle associazioni umanitarie e di molti Paesi arabi i cui cittadini più abbienti avevano letteralmente invaso negli anni scorsi le località turistiche alpine per le loro vacanze, si sono aggiunte nei giorni scorse le azioni di disubbidienza civile di molti creativi e di quella parte della società civile austriaca ancora tollerante. In centinaia sono scesi in piazza coprendosi il viso con costumi carnevaleschi, sciarpe di lana, cesti di vimini, o indossando anche negli eleganti caffè di Vienna un casco da motociclista. Anche se la nuova legge esclude il divieto di copertura del volto in occasione di eventi «culturali, artistici o di feste folkloristiche», i disobbedienti intendono «smascherare» (nel vero senso della parola) il vero scopo politico della normativa.