site loader
site loader
19 Dicembre 2023 Babbo Natale: a che età i bambini smettono di credere?

Babbo Natale: a che età i bambini smettono di credere?

Il Natale è una festività carica di emozioni e magia, e uno degli aspetti più affascinanti per i bambini è la figura di Babbo Natale.

L’immagine di un uomo generoso vestito di rosso, che consegna regali ai bambini di tutto il mondo, crea un’atmosfera di meraviglia e aspettativa nelle loro menti giovani e spensierate. Ma c’è un momento in cui questa bella credenza viene messa alla prova, e i bambini inevitabilmente si domandano se Santa Claus esista davvero. È un passaggio importante nella crescita di ogni bambino, ma a quale età succede di solito?

Scopri il momento magico che crolla

Non esiste una risposta precisa a questa domanda, in quanto dipende da diversi fattori come la cultura familiare, l’influenza dei compagni di scuola e la maturità individuale del bambino. In generale, però, si può dire che intorno all’età di 7-9 anni molti bambini iniziano a mettere in dubbio l’esistenza di Babbo Natale.

È in questa fascia di età che i bambini iniziano ad affrontare nuove conoscenze, a sviluppare un pensiero critico e a porre domande sul mondo che li circonda. Spesso, vengono a conoscenza di dettagli “sospetti” su Babbo Natale, come la diversità nelle sue rappresentazioni o l’impossibilità logistica di visitare tutte le case in una sola notte. Queste incongruenze possono scatenare dubbi e domande che mettono alla prova la loro credenza.

Per molti bambini, il venir meno della credenza in Babbo Natale può essere un momento di delusione e confusione. Tuttavia, spetta ai genitori e agli adulti accogliere questa fase delicata con sensibilità ed empatia. È importante spiegare che Babbo Natale rappresenta l’essenza della generosità e della magia del Natale, anche se la sua figura potrebbe essere frutto della fantasia e delle tradizioni.

In conclusione, l’età in cui i bambini smettono di credere in Babbo Natale può variare, ma si colloca generalmente intorno ai 7-9 anni. Questo processo fa parte del loro percorso di crescita e sviluppo cognitivo. Quello che conta davvero è mantenere vive le emozioni e i valori che Babbo Natale incarna e trasmettere la magia del Natale in modi nuovi e significativi per i bambini che crescono.

15 Novembre 2023 I bambini: ospiti indesiderati al ristorante?

I bambini: ospiti indesiderati al ristorante?

Il tema dei bambini nei ristoranti e la questione se siano considerati “ospiti indesiderati” è l’argomento spinoso del periodo. Ma i ristoratori possono davvero vietarlo? A venirci in soccorso è il sito consumatori.it che affronta l’annoso problema.

È indubbio che a volte possa capitare di essere disturbati durante un pranzo o una cena al ristorante da bambini indisciplinati. È comprensibile che questa situazione possa infastidire chi desidera trascorrere un momento di tranquillità e relax. Tuttavia, è importante ricordare che la responsabilità di educare i propri figli spetta ai genitori.

Childfree, vietato l’ingresso ai bambini

Questo fenomeno ha portato alla diffusione dei ristoranti “childfree”, dove l’ingresso alle famiglie con bambini è vietato. Tuttavia, molti genitori si domandano se questa pratica sia legale, poiché potrebbe essere considerata discriminatoria. In effetti, non è una questione semplice da chiarire: ricorrendo alla legge contro la discriminazione sancita dalla nostra Costituzione, possiamo anche citare le norme sulla pubblica sicurezza. Secondo il Regolamento del TULPS (articolo 187),

salvo quanto previsto dagli articoli 689 e 691 del codice penale, gli esercenti non possono rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le richieda e paghi il prezzo“.

Quindi, fatta eccezione per i divieti espressamente previsti dalla legge (come quello di somministrare alcolici ai minori), vietare l’accesso ai bambini senza un “valido e legittimo motivo” è contrario alla legge. Questo vale per tutti gli esercizi pubblici, come bar e alberghi, ad eccezione di quelli di pubblico spettacolo come le discoteche.

Il locale è mio e decido io, è proprio così?

Potrebbe verificarsi il caso in cui il proprietario affermi “il locale è mio e decido io“. Tuttavia, secondo la legge, anche se si tratta di un locale “privato aperto al pubblico“, se svolge un’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, viene considerato un pubblico esercizio. Quindi, quando un ristoratore può appellarsi a un “legittimo motivo“? Sostenere semplicemente che i bambini disturbano non sarebbe sufficiente. Alcuni gestori possono fare riferimento allo spazio limitato all’interno del locale, affermando che l’introduzione di un passeggino ridurrebbe ulteriormente lo spazio disponibile. Tuttavia, la norma stessa (che parla genericamente di “legittimo motivo“) non può lasciare spazio a interpretazioni soggettive.

Il divieto del ristoratore è legittimo?

Se gli esercenti non possono vietare l’accesso ai minori, cosa può fare il consumatore a cui viene rifiutato l’accesso?

Questo comportamento, di per sé, non costituisce un reato penale (a differenza di un rifiuto basato su discriminazione razziale, etnica o religiosa). Tuttavia, è considerato un illecito amministrativo, che può essere sanzionato con una multa che varia dai 516 ai 3098 euro, sulla base di una segnalazione alle forze dell’ordine. Ma se un ristorante non vuole i nostri bambini (educati), forse non merita nemmeno i nostri soldi. Ma è pur vero che un ristoratore non può vedersi distruggere un locale con gli ospiti infastiditi da bambini maleducati. A tutto il resto si fa appello al buonsenso e al quieto vivere.

1 Aprile 2020 La circolare del Viminale: Si può uscire coi figli «Solo nei dintorni»

La circolare del Viminale: Si può uscire coi figli «Solo nei dintorni»

Sì alla passeggiata di un solo genitore con i propri figli minori, purché si rimanga vicino a casa. Lo ha specificato ieri il Viminale con una circolare ai prefetti. «È da intendersi permesso, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione».

In ogni caso restano il «divieto generale di assembramento» e il rispetto «della distanza di sicurezza minima di un metro». Tra le attività motorie ammesse resta poi quella di fare jogging, sempre da soli e in prossimità della propria abitazione. Ma il via libera alle uscite con i figli viene criticato dai governatori di Lombardia e Campania, ma probabilmente si accoderanno le altre regioni italiane: «Così passa un messaggio irresponsabile».

 

11 Ottobre 2017 Niente sesso, siamo hi-tech.

Niente sesso, siamo hi-tech.

In futuro il sesso perderà le finalità riproduttive e i bambini nasceranno in provetta e dopo attenta selezione…è uno scenario credibile?

Il sesso: tempo venti o trent’anni non servirà più, almeno non per fare figli. A formulare la triste previsione è Hank Greely, esperto di genetica e neuroscienze all’Università di Stanford.

Secondo l’illustre accademico nel giro di qualche decennio le coppie si limiteranno a scegliere l’embrione da fare nascere tra quelli creati in provetta a partire dal loro DNA, estratto direttamente dalle cellule staminali.

La selezione, sostiene Greely, permetterà non solo di debellare malattie genetiche e malformazioni, ma progressivamente si estenderà a varie caratteristiche: il colore degli occhi, l’altezza, la tipologia di fisico e, perché no, le facoltà intellettuali.

Saremo quindi in grado di determinare a priori l’intelligenza del nascituro? Secondo Greely, in parte sì. Potrebbe cioè essere possibile prevedere che un determinato embrione avrà, per esempio, il 60% di possibilità di raggiungere una certa fascia di quoziente intellettivo.

TRA ETICA E FANTASCIENZA. Le implicazioni etiche di un simile scenario sono evidenti: il rischio è quello di creare una società analoga a quella immaginata da Aldous Huxley negli anni ‘30 del secolo scorso, nel romanzo Il mondo nuovo. Nel futuro distopico raccontato da Huxley i bambini sono “prodotti artificiali”, con intelligenza e caratteristiche fisiche definite in base al lavoro a cui sono predestinati.Il nostro futuro non sarà così drammatico, ma l’editing del DNA attraverso tecniche come la CRISPR e la selezione degli embrioni sono realtà già oggi. Si tratta solo di perfezionare le metodologie, inizialmente per permettere di avere figli alle coppie che non possono concepire.