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28 Febbraio 2020 Le strane ricerche su Google: c’è chi crede che il coronavirus deriva dalla birra

Le strane ricerche su Google: c’è chi crede che il coronavirus deriva dalla birra

Impennata di «beer virus» e «Corona beer virus» sul famoso motore di ricerca.

Inizialmente si pensava a un bizzarro fraintendimento di qualche utente particolarmente distratto. Poi il fenomeno ha iniziato ad assumere proporzioni inaspettate, tanto da costringere perfino diversi telegiornali come quello della rete televisiva americana Fox News  a chiarire: “Il coronavirus non ha nulla a che fare con la birra Corona”.

Succede anche questo in tempo di psicosi. Nelle ultime due settimane, le ricerche mondiali  su Google dei termini «beer virus» e «Corona beer virus» siano aumentate in modo esponenziale. I Paesi più attivi in tal senso? Nel primo caso Portogallo, Argentina e Paesi Bassi. Nel secondo Malesia, Danimarca, Romania e Taiwan. Pochissime ricerche invece in Italia.

L’azienda produttrice di Corona, si è augurato pubblicamente «che i consumatori capiscano che non c’è nessuna connessione » tra il virus e la birra. Eccetto il nome, naturalmente.

19 Novembre 2017 Arriva la marmellata alla birra

Arriva la marmellata alla birra

La geniale creazione fatta in casa di una donna americana che l’ha resa famosa nel mondo.

Lasciare un lavoro da archeologa per dedicarsi a tempo pieno ad un’azienda che fa marmellate e conserve fate in casa? E’ proprio ciò che ha fatto Nancy Warner, fondando l’azienda Potlicker.

Da qui un’idea geniale che l’ha resa famosa in tutto il mondo, creare una linea di marmellate alla birra. Il tutto è nato per caso: un giorno Nancy non aveva più frutta per fare le marmellate, a causa di un inverno particolarmente rigido, così ha pensato di provare ad usare la birra.

Dopo svariati esperimenti è riuscita a trovare gli ingredienti perfetti ed oggi la sua marmellata è richiestissima, al punto da produrne 3.000 barattoli la settimana. Dopo il successo delle sue marmellate alla birra ha dovuto creare una sede per la sua azienda, dotandola di cucine professionali.

E’ possibile trovare questa marmellata in diverse varianti di birra: Ale, IPA, Stout e molte altre. Tutte le marmellate sono analcoliche e più dolci della birra originale, dato che contengono zucchero di canna.

2 Ottobre 2017 Se fai la pipì dopo la prima birra, passerai la serata in bagno!

Se fai la pipì dopo la prima birra, passerai la serata in bagno!

Non è un modo di dire, ma un vero e proprio fatto scientifico. Ecco perché!

Mai andare in bagno, dopo aver bevuto la prima birra! Ma perché?

Bere birra stimola la pipì, lo sappiamo. Ma andare al bagno subito dopo la prima bevuta ci costringerà ad andarci più e più volte, nel corso della serata. Succede anche quando si beve acqua? No, o almeno non con la stessa frequenza.

Questo accade perché assumere alcolici porta alla diminuzione temporanea dell’ormone ADH (anti-diuretico), che serve a far trattenere liquidi al nostro corpo. In totale, in un solo giorno, il nostro corpo produce circa 180 litri di liquidi, ma ne espelle solo 2 (circa) e lo fa proprio grazie a questo ormone, che si occupa anche di “riciclarli” facendoci sentire meno bisogno di andare in bagno. Ma con gli alcolici, appunto, questo ormone viene inibito, quindi il bisogno di fare pipì subito, se assecondato, provocherà una reazione a catena che farà aumentare la pressione sulla vescica (specialmente grazie alle bevande gassate), rendendola iperattiva.

Insomma, la scienza ce lo conferma: se bevi birra, prima di fare la pipì ti conviene aspettare un paio d’ore!