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7 Febbraio 2024 Big Mama a Sanremo 2024: Emblema di Tenacia e Musica con un Messaggio

Big Mama a Sanremo 2024: Emblema di Tenacia e Musica con un Messaggio

Big Mama irrompe sul palco dell’Ariston per l’edizione del Festival di Sanremo 2024, portando con sé non solo una voce straordinaria, ma anche una storia di resilienza e ispirazione.

Big Mama e il Festival di Sanremo

Amadeus non poteva fare scelta migliore selezionando questa artista che ha saputo trasformare le sue battaglie personali in musica che tocca l’anima. Big Mama si è fatta strada attraverso la gavetta, con una dignità e una forza che ispirano rispetto e ammirazione. Il suo cammino è stato disseminato di ostacoli, dai drammatici momenti di bullismo alla vittoria contro il Cancro – esperienze che hanno forgiato il suo carattere e la sua arte.

Il brano “La rabbia non ti basta”, che Big Mama presenta a Sanremo, è più di una canzone. È uno schiaffo al disagio sociale, una sfida alle avversità, sottolineando come la rabbia da sola non sia sufficiente senza un’azione che la sostenga. La sua estensione musicale spazia attraverso le tonalità dell’emozione, dimostrando la versatilità dell’artista.

Big Mama, presentata sul palco da Il Tre, è senza dubbio uno dei nomi più intriganti di questa nuova edizione del festival. Sebbene non abbia ancora scalato le vette delle classifiche, è chiaro che il suo impatto va oltre i numeri: il suo messaggio è potente e destinato a far parlare di sé.

La presenza di Big Mama a Sanremo non è una novità; molti la ricorderanno per il memorabile duetto con Elodie sulle note di “American Woman”. Quest’anno continuerà a sorprenderci: nell’ambito delle esibizioni, vedremo anche dei duetti speciali, come quello di “Big” con Gaia, e interpretazioni rivisitate di classici immortali. La Niña e Sissi si uniranno in un omaggio alla musica con il celebre brano “Lady Marmalade”, risalente al 1974.

Con Big Mama, il Festival di Sanremo si arricchisce di nuove storie e di nuova musica, che tocca il pubblico non solo con il ritmo ma anche con la profondità dei testi. Il festival promette ancora una volta di essere una vetrina per l’eccellenza musicale e per le storie che meritano di essere raccontate e ascoltate.

12 Novembre 2023 Peperoncino: un ingrediente per una vita più lunga e sana?

Peperoncino: un ingrediente per una vita più lunga e sana?

Il peperoncino l’ingrediente di una vita più lunga e sana.

La dieta “un po’ piccante” potrebbe portare a una maggiore longevità e ad un minor rischio di morire di cancro o malattie cardiovascolari. La ricerca ha coinvolto oltre un milione e mezzo di persone in diversi paesi ed è emerso che gli individui che consumavano regolarmente peperoncino presentavano tassi di mortalità più bassi per malattie cardiovascolari (26%), cancro (23%) e per qualsiasi altra causa (25%). Esistono numerosi altri studi che hanno dimostrato i benefici per la salute del consumo di questa “bacca”.

I Benefici per la nostra salute

Uno studio successivo ha evidenziato che le persone che consumavano peperoncino almeno quattro volte alla settimana per 8 anni avevano tassi di mortalità significativamente inferiori, anche per malattie cardiovascolari, rispetto a coloro che lo consumavano raramente o mai.

La spiegazione dietro questi dati potrebbe risiedere nella capsaicina, il composto chimico che conferisce il calore al peperoncino. Questa sostanza è nota per essere un potente antiossidante con proprietà antinfiammatorie. La scienza ha dimostrato che l’infiammazione cronica di basso grado può portare a malattie cardiovascolari, cancro, diabete di tipo 2 e altre patologie.

Il “Peperoncino” stimola l’eros!

E’ spesso associato ha un valido alleato per stimolare l’eros. Alcune persone trovano questo effetto stimolante e potrebbe contribuire a creare un’atmosfera più intimamente suggestiva (non osiamo immaginare cosa succede in Calabria). E’ comunque importante sottolineare che l’effetto del peperoncino sulla stimolazione erotica è altamente soggettivo e può variare da persona a persona. L’eros dipende da molti fattori e il peperoncino da solo potrebbe non essere sufficiente a stimolare in modo significativo l’appetito sessuale.

11 Ottobre 2017 La carne rossa fa male alla salute? Ecco i rischi per chi ne fa abuso

La carne rossa fa male alla salute? Ecco i rischi per chi ne fa abuso

E’ una domanda sempre più ricorrente: la carne rossa fa male alla salute? Proviamo a fare un po’ di chiarezza attraverso le indicazioni dell’Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. La risposta dell’associazione a questa domanda è “dipende”. A far male è “un consumo eccessivo di carni rosse, soprattutto di carni rosse lavorate(salumi, insaccati e carne in scatola), che aumenta il rischio di sviluppare alcuni tumori”. L’aumento del rischio è però “proporzionale alla quantità e frequenza dei consumi, per cui gli esperti ritengono che un consumo modesto di carne rossa (una o due volte a settimana al massimo) sia accettabile anche per l’apporto di nutrienti preziosi (soprattutto vitamina B12 e ferro), mentre le carni rosse lavorate andrebbero consumate solo saltuariamente”.

Il sito spiega che le proteine animali sono costituite dalle stesse molecole chimiche di quelle vegetali, gli amminoacidi. A far male, nel caso di consumo eccessivo, è il modo in cui interagiscono con l’organismo: ad esempio la conservazione, nel caso delle carni lavorate, o le modalità di cottura, che modificano le molecole presenti rendendole potenzialmente dannose per la salute. Le alte temperature “sterilizzano” la carne diminuendo il pericolo di contaminazioni da microorganismi e causano cambiamenti nella struttura chimica delle proteine aumentandone la digeribilità e il potenziale nutritivo. “Tuttavia nel processo si formano anche sostanze, come le ammine eterocicliche, potenzialmente tossiche e cancerogene. Queste abbondano per esempio all’interno della classica “crosta bruciacchiata” della carne. È sempre meglio evitare una cottura eccessiva, rimuovere le parti nere e prediligere altre forme di cottura più sane come quella al vapore”.

Inoltre, i cibi di origine animale, oltre alle proteine, contengono anche altre sostanze, tra cui grassi saturi e il ferro del gruppo eme: in dosi eccessive queste sostanze stimolano l’aumento del colesterolo, i livelli di insulina nel sangue e l’infiammazione del tratto intestinale, aumentando il rischio di patologie come i tumori, in particolare quelli del colon-retto.

“Diversi studi indicano che il gruppo eme stimola, a livello dell’intestino, la produzione di alcune sostanze cancerogene e induce infiammazione delle pareti intestinali – prosegue il sito dell’Airc – Un’infiammazione prolungata nel tempo dovuta a massiccia ingestione di carne rossa aumenta le probabilità di sviluppare tumori al colon-retto, che nei Paesi industrializzati, dove il consumo di carni rosse è molto diffuso, è il terzo tumore più frequente e la terza causa di morte per malattie oncologiche”. Inoltre, le carni rosse possono essere lavorate mediante essiccazione, salatura o affumicatura, e conservate con additivi come nitrati, nitriti e idrocarburi policiclici aromatici.

Gli epidemiologi sono concordi sul fatto che le persone che seguono diete ricche di proteine animali, soprattutto carni rosse e lavorate, corrono un rischio maggiore di sviluppare patologie come diabete, infarto, problemi cardiovascolari, obesità e cancro. “Tra i tumori – si legge ancora sul sito dell’Airc – il rischio aumenta soprattutto per quelli dell’apparato gastro-intestinale, come il cancro al colon-retto e allo stomaco, ma anche per alcuni tumori “ormone-dipendenti” come quello al seno, alla prostata e all’endometrio”.

“Il World Cancer Research Fund raccomanda di consumare non più di 300 grammi a settimana – si legge ancora sul sito dell’Airc – mentre suggerisce di consumare almeno cinque porzioni di frutta e verdura per un totale di almeno 400 grammi al giorno. L’Harvard School of Medicine restringe il limite di consumo di carni rosse a porzioni non superiori a 80 grammi, al massimo due volte a settimana. Lo IARC ha concluso che il consumo al di sotto dei 500 grammi alla settimana non costituisce un pericolo per la salute”.

Moltissimi studi negli ultimi anni hanno inoltre messo in luce i benefici generali sulla salute di diete vegetariane, a patto che siano rigorosamente controllate per garantire un completo apporto nutrizionale, rispetto a stili di alimentazione ricchi di carne e cibi di origine animale. In merito, in un’intervista su La Stampa, l’oncologo Umberto Veronesi rispondeva in questo modo alla domanda “La carne è considerata necessaria alla salute di bambini e di anziani. È davvero così?”:  “No. Alcuni studi hanno osservato che i bambini che seguono una dieta vegetariana si ammalano meno già dall’asilo perché hanno difese immunitarie migliori. Oltre a vivere più sani, poi, i vegetariani vivono più a lungo. Frutta, verdura e cereali contengono tutti gli elementi necessari allo sviluppo del bambino e al mantenimento della salute nell’anziano. La regola da seguire è quella di ridurre al minimo il consumo di carne rossa e adottare il più possibile la dieta mediterranea: pesce, pasta, verdure, frutta, olio d’oliva. Io sono vegetariano per motivi etici, perché amo gli animali e rispetto i loro diritti e perché la carne è un cibo non sostenibile per il pianeta”.