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17 Febbraio 2018 Maggiorata soffoca il compagno

Maggiorata soffoca il compagno

Altri trenta secondi e avrebbe rischiato di esser incriminata per omicidio Claire Smedley, una ventisettenne inglese che, a seguito del suo seno particolarmente abbondante, ha quasi ucciso il fidanzato durante un rapporto sessuale.

La donna, che porta la 40LL di seno, equivalente quasi ad una settima misura, può comunque raccontare la disavventura con il sorriso sulle labbra. Mentre faceva l’amore con il suo fidanzato si è infatti accorta che il suo compagno, Steven, aveva “problemi respiratori”.

“Ho visto Steven agitarsi – ha raccontato la donna in una intervista esclusiva rilasciata al News of the World – ma ho pensato che lo facesse perché eccitato, così ho proseguito. Dopo pochi minuti mi sono accorta che era completamente immobile e sembrava non respirare”. “Ero nel panico – ha commentato – e stavo per chiamare il 999 quando per fortuna ha ripreso a respirare. Era davvero intontito, come se fosse in trance, dopo un po’ di tosse si è seduto e si è ripreso, solo allora mi sono tranquillizzata”.

Steven, anch’egli più sollevato dopo l’insolita esperienza, ha raccontato ai giornalisti di aver pensato di morire. “Ho tentato di dare uno schiaffo a Claire per farla spostare – ha spiegato – ma lei deve aver frainteso” e non l’ha quasi preso in considerazione. Al momento la coppia sembra stia passando un periodo di crisi. Steven non riesce ad avvicinarsi alla propria compagna e ammette di guardarla con un certo timore.

 

29 Novembre 2017 Tutto è relativo, anche la soddisfazione sessuale

Tutto è relativo, anche la soddisfazione sessuale

Siete soddisfatti della vostra vita sessuale? Probabilmente sì, soprattutto se pensate di farlo più spesso dei vostri amici. Il curioso risultato di una ricerca americana.

 Fare sesso è senza dubbio un’attività molto piacevole, ma la soddisfazione è ancora maggiore se pensiamo di farlo più spesso rispetto ad amici e conoscenti. E’ la singolare conclusione di una ricerca condotta da Tim Wadsworth, sociologo presso la University of Colorado Boulder, che tra il 1993 e il 2006 ha analizzato i questionari compilati da 15.386 individui in occasione della General Social Survey, uno studio demografico condotto ogni anno su un campione della popolazione statunitense. Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero di Social Indicators Research.

Di più (degli altri) è meglio. In generale i partecipanti al sondaggio hanno dichiarato che il sesso li rende felici e il livello di soddisfazione è maggiore di oltre il 50% per i soggetti che hanno una vita sessuale attiva e regolare. Ma la felicità tra le lenzuola risulta condizionata dal paragone con quella degli amici: chi fa sesso due-tre volte al mese ma è convinto che i suoi amici lo facciano molto più spesso, ha una probabilità più bassa del 14% di riportare nel censimento alti livelli di soddisfazione.
Insomma, per essere felici non sembra importante fare tanto sesso, ma farne di più rispetto agli altri. Secondo i ricercatori la spiegazione di questo comportamento è diversa per uomini e donne: mentre per i maschi fare più sesso rispetto agli amici è una dimostrazione di forza e virilità, per le femmine il sentirsi desiderate favorirebbe l’autostima e la sensazione di sicurezza.

22 Novembre 2017 Coppia di giovani rumeni si sposa  in italia ma il matrimonio non è valido nel loro paese d’origine.

Coppia di giovani rumeni si sposa  in italia ma il matrimonio non è valido nel loro paese d’origine.

Una giovane coppia di rumeni residenti in italia si sposano, ma il loro matrimonio risulta quasi nullo negli altri paesi europei e nel loro paese d’origine.

Come mai accade questa strana situazione?:

Secondo la Convenzione dell’Aja del 12 giugno 1902, il matrimonio del cittadino straniero in Italia può ritenersi valido se la disciplina dello Stato ove viene svolto nulla contesti in proposito.
Per quanto concerne il matrimonio celebrato dinanzi all’autorità consolare, questo viene ritenuto valido, quanto alla forma, purché almeno uno degli sposi sia cittadino dello Stato cui l’autorità consolare appartiene e purché gli sposi non appartengano allo Stato nel cui territorio si celebra il matrimonio. Laddove esistano specifiche convenzioni in materia, il matrimonio celebrato davanti ad un’autorità consolare può essere trascritto nei registri di stato civile.
Gli stranieri possono contrarre matrimonio dinanzi ai ministri di culto acattolici ammessi in Italia con effetti civili.

In questo caso la giovane coppia rumena,se non viene regolarizzato il loro matrimonio, potrebbero avere anche delle avventure extraconiugali ad esempio  nello Stato di San Marino! 🙂 , situazione che naturalmente non auguriamo! 🙂

Naturalmente vi terremo aggiornati su questa vicenda 🙂

Fate sesso e sarete più sicuri

Fare l’amore placa l’ansia e mette in funzione ormoni deputati al self control. Ottimo idea prima di parlare in pubblico. Ma attenzione, funziona soprattutto per i rapporti completi e meno con il sesso orale.

Che il sesso fosse piacevole e facesse bene, era già notorio. Uno psicologo inglese tuttavia ha voluto dimostrare scientificamente i benefici psicofisici della penetrazione: fare l’amore prima di tenere un discorso pubblico è il modo migliore per acquistare sicurezza, sconfiggere l’ansia e mantenere la giusta concentrazione di fronte alla platea. Stuart Brody, uno psicologo dell’Università di Paisley (Scozia), ha preso a campione 24 donne e 22 uomini a cui era stato chiesto di tenere per due settimane un diario dei loro momenti d’intimità indicandone tempi, luoghi e soprattutto tipologia di attività sessuale svolta.

Prima il piacere poi il dovere
Dopo i quindici giorni in cui – chi più chi meno – si sono divertiti come meglio credevano, i 46 esaminati sono stati invitati a cimentarsi in prove impegnative per la mente e, di conseguenza, anche per il fisico. In particolare la ricerca ha dimostrato come i soggetti che avevano avuto un maggior numero di incontri sessuali “completi” erano in grado non tanto di eseguire i compiti assegnati nel modo migliore, quanto di reagire con meno ansia allo stress della prova.

Bocciati agli “orali”
I soggetti che dichiaravano di avere avuto solo rapporti sessuali completi, al momento della prova stressante – un discorso pubblico o un test di aritmetica da risolvere ad alta voce – registravano minori sbalzi di pressione sanguigna rispetto alle persone che invece si erano fermate ai rapporti orali o alla masturbazione (di coppia). Le peggiori performance in fatto di stress sono state quelle degli astinenti.
Ma perché il sesso penetrativo ha questi vantaggi? Non è ancora chiaro; forse – suppone Brody – tutto dipende dalla stimolazione di alcuni nervi posti nella vagina e dall’effetto calmante dell’ossitocina, un ormone che viene rilasciato soprattutto durante la penetrazione.

11 Novembre 2017 Perché cambiamo partner

Perché cambiamo partner

Per cercare quello giusto. Per una nuova libertà. Ma anche per l’eredità dell’evoluzione. Perché, spiegano gli antropologi, siamo monogami, sì. Ma seriali…

Finché morte non ci separi… o no? Anche se all’inizio di un’unione tendiamo a pensare che sia “per sempre” (o quasi), può accadere che a un certo punto si senta il bisogno di cambiare partner. E in questo non entrano in gioco solo litigi o problemi, ma persino l’evoluzione: la coppia, secondo gli antropologi, è “a tempo”, quindi dopo 4 o 5 anni (il necessario per crescere la prole) è “naturale” che ci si ponga il problema se riassortire la coppia. La nostra storia biologica insomma ci condiziona ancora oggi, con buona pace delle promesse di eterna fedeltà. La crisi si può superare o no, ma sono in aumento coloro che preferiscono cercare un nuovo partner.

IL MITO. Perché oggi nel cambiare partner si fondono natura e cultura, eredità dell’evoluzione e cambiamenti della società. Da una parte, gli antropologi ci spiegano che siamo in realtà dei monogami seriali: tendiamo cioè ad avere una relazione per volta, ma con compagni diversi nel corso della vita. L’antropologo Augustín Fuentes, nel suo libro Race, monogamy, and other lies they told you, sostiene per esempio che la monogamia è un mito, una condizione culturale imposta, che pochi riescono infatti a mantenere con serenità.

Dall’altra i mutamenti nella società – a cominciare dal fatto che il matrimonio non è più indissolubile – fanno il resto. «La coppia seriale si diffonde fra le nuove generazioni a causa di cambiamenti culturali che stanno procedendo a grande velocità» dice il sociologo Carmelo Carabetta, autore di Giovani, cultura e famiglia. I giovani, rileva il sociologo, cambiano per un senso di libertà mai provato prima. «La coppia fissa non dura a lungo, data la percezione di provvisorietà delle condizioni di vita e il fatto che si riconoscono sempre meno i valori e i modelli della famiglia, ma anche della scuola, della chiesa e dei partiti». Le norme rigide della società si allentano e si torna un po’ “primitivi”. «E si mettono al centro i propri desideri» dice Carabetta. Le relazioni sono più libere; si vive la monogamia seriale anche per reagire alla noia e all’insofferenza di rapporti solidi, ma usuali. Questo cambio culturale si riflette nell’aumento delle separazioni: in Italia, secondo i dati Istat, dal 1995 al 2010 si è passati da 158 separazioni e 80 divorzi ogni mille matrimoni a 307 separazioni e 182 divorzi. All’origine ci possono essere seri problemi di convivenza o semplice voglia di cambiare, ma il trend segna per le separazioni un più 2,6% annuo.

9 Novembre 2017 Un ormone in aiuto dei troppo ansiosi con le donne

Un ormone in aiuto dei troppo ansiosi con le donne

Se il capitolo donne è un tasto dolente, ecco una buona notizia: c’è un ormone che fa da “viagra mentale” e favorisce disinvoltura e intraprendenza con il gentil sesso.

Se nell’arte del rimorchio non siete dei campioni e il solo pensiero di uscire con una donna vi manda terribilmente in ansia, c’è una buona notizia: i ricercatori hanno scoperto nuovi utilizzi della kisspeptina, una molecola a base di ormoni che prende il nome da un dolce tipico della città di Hershey (Pennsylvania) – i “baci di cioccolato” – dove la kisspeptina è stata scoperta.

NUOVE SPERIMENTAZIONI. Studi precedenti avevano già dimostrato che la kisspeptina è in grado di attivare circuiti neuronali associati all’eccitazione sessuale, lavorando sull’ipotalamo (struttura del sistema nervoso centrale) e arrivando alle gonadi (testicoli e ovaie) stimolando la produzione degli ormoni della riproduzione sessuale. Nuove sperimentazioni hanno rivelato qualcosa in più.

Questa molecola è in grado infatti di attivare anche recettori posti nell’amigdala, nel sistema limbico generale (il nostro deposito delle emozioni), riducendo l’ansia e favorendo l’intraprendenza. In altre parole, semplificando un po’, chi l’assume risulterebbe un po’ meno imbranato nel fare avances e sarebbe indotto a proporsi in modo un po’ più ardito al “gentil sesso”.

Il dato è emerso dopo un test condotto su alcuni topi maschi dal dottor Adekunbi e dai colleghi del King’s College di Londra. La sperimentazione ha dato buoni risultati: i topi a cui è stata somministrata la kisspeptina sono risultati infatti molto più propositivi verso le femmine, e per lunghi intervalli di tempo anche meno ansiosi.

VIAGRA, ADDIO? La somministrazione secondo i ricercatori potrebbe in futuro rivelarsi importante per risolvere problemi di disfunzione erettile – in alcuni casi determinati proprio da ansia e stress – prendendo il posto dell’ormai famosa pillola blu.

La kisspeptina agisce sull’asse ormonale che parte dall’ipotalamo (struttura del sistema nervoso centrale) e arriva alle gonadi (testicoli e ovaie) stimolando la produzione degli ormoni della riproduzione. Alcuni recettori di questa molecola sono inoltre presenti anche nel sistema limbico cerebrale (il nostro deposito delle emozioni): questo spiegherebbe le correlazioni tra sessualità, emozioni e riproduzione.

PER LE DONNE. Quello che è certo è che la kisspeptina funziona già per i trattamenti di donne non più fertili a causa di menopause precoci o rallentamenti ormonali (circa l’8% delle donne che non riescono da avere figli): in questi casi la somministrazione della molecola è in grado di restituire l’ovulazione, dimostrandosi una terapia più efficace dell’iperstimolazione ovarica.

6 Novembre 2017 Il desiderio sessuale dipende dai geni?

Il desiderio sessuale dipende dai geni?

Se non potete fare a meno di fare sesso (o siete frigidi come ghiaccioli), la colpa potrebbe essere nel DNA. Almeno secondo l’ipotesi formulata da alcuni scienziati israeliani, che hanno condotto…

Il desiderio sessuale dipende dai geni?
Il comportamento sessuale di ciascun individuo potrebbe essere scritto nel DNA. Almeno secondo l’ipotesi formulata da alcuni scienziati israeliani.

Da che cosa dipende il desiderio sessuale? Dall’età, dall’esperienza, dall’attrazione o dalle condizioni psicologiche?
Secondo alcuni scienziati dell’università di Gerusalemme, potrebbe essere in buona parte influenzato dal DNA. Le variazioni di un gene, infatti, potrebbero determinare il desiderio, il grado di eccitazione e le funzioni sessuali. In una parola il comportamento sessuale di ciascuno di noi.
È quello che emerge da un esperimento condotto da Richard Ebstein studioso di genetica umana e dal suo team su 148 studenti tra maschi e femmine.

Sesso genetico
Ai giovani volontari è stato chiesto di compilare un test con alcune domande sul loro comportamento sessuale. Poi gli scienziati hanno analizzato il loro DNA. I risultati hanno mostrato una correlazione tra le variazioni del gene recettore D4 (responsabile della produzione del recettore della dopamina DRD4) e le risposte fornite dagli studenti nei questionari.
La scoperta, ancora tutta da dimostrare, se confermata potrebbe costituire un passo avanti nella comprensione delle basi biologiche della sessualità umana – di cui si sa ancora ben poco – fornendo alla scienza un nuovo punto di vista.
Per ora, le differenze individuali sul comportamento sessuale vengono analizzate quasi esclusivamente in chiave psicologica. Ma se ci fosse davvero una relazione tra sesso e geni, alcuni disturbi potrebbero essere curati anche con terapie personalizzate farmaco-genetiche.

4 Novembre 2017 A 50 anni si fa il sesso migliore. E prima?

A 50 anni si fa il sesso migliore. E prima?

A 50 anni si fa il sesso migliore. E prima?
Secondo una ricerca norvegese gli uomini di mezza età traggono maggiori soddisfazioni sessuali dei trentenni e dei quarantenni.
Trentenni e quarantenni rassegnatevi: se rimpiangete le performance sessuali dei tempi dell’università, l’unica cosa che potete fare è attendere con pazienza l’arrivo dei 50. È quanto emerge da un recente studio condotto da un team di ricercatori nordeuropei su 1185 maschi norvegesi e americani di età compresa tra i 20 e i 79 anni.

Qualità superiore. Ai soggetti è stato somministrato un questionario nel quale si chiedeva loro di attribuire un punteggio tra 0 e 4 alla propria vita sessuale e alla relativa qualità.
La ricerca ha evidenziato come all’aumentare dell’età ci sia un normale incremento dei problemi legati a impotenza e calo del desidero. Ma ha dato risultati inattesi per ciò che riguarda la soddisfazione.
Gli intervistati tra 20 e 29 anni hanno indicato un livello medio di soddisfazione legato alla propria vita sessuale di 2,79, contro il 2,55 raggiunto dai trentenni e il 2,72 dei quarantenni.
La vera sorpresa sono stati i cinquantenni che hanno dichiarato di avere un livello di soddisfazione legato alla propria sessualità di 2,77, quindi decisamente più elevato rispetto a quello dei più giovani.

Il troppo (lavoro) stroppia. Secondo Sophie Fossa del Rikshospitalet-Radiumhospitalet Trust di Oslo, il normale aumento di problemi legati alla mera funzionalità sessuale riscontrabile con il passare degli anni non condiziona necessariamente la soddisfazione generale derivante dal sesso.
Per gli psico-sessuologi questo inatteso risultato è legato ai diversi stili di vita che caratterizzano ogni fascia d’età: i trenta-quarantenni sono spesso troppo presi dal lavoro, dalla carriera e dalla voglia di affermarsi. Questo li porta a concentrare le proprie energie su cose diverse dal sesso. I cinquantenni di solito hanno già raggiunto i traguardi professionali più importanti, sono più tranquilli e possono abbandonarsi alle gioie dell’alcova con minori ansie e preoccupazioni.

2 Novembre 2017 Con che parte della testa amiamo?

Con che parte della testa amiamo?

Con che parte della testa amiamo?
Uomini e donne, coppie nuove e vecchie usano aree del cervello diverse per amare… Una ricerca svela quali…

Quando ci si innamora si cambia faccia, si sorride di più e si ha la testa fra le nuvole, ma, dentro la testa, cosa succede? Grazie alle moderne metodiche non invasive di osservazione del cervello, come la risonanza magnetica, è possibile esaminare i processi neurobiologici che sottendono alle emozioni e ai sentimenti. Una nuova pubblicazione della Society of Neuroscience ha verificato in particolare quali siano le zone del cervello che si attivano quando ci coglie l’euforia dell’innamoramento. L’accertamento sperimentale è consistito nell’eseguire risonanze magnetiche funzionali su 17 giovani uomini e donne innamorate mentre venivano loro mostrate, alternativamente, le immagini dell’agognato amante e quelle di una persona “neutra”. L’attività cerebrale corrispondente a un intenso coinvolgimento emotivo è stata registrata nel nucleo caudato e nell’area cerebrale destra VTA (Ventral Tegmental Area): queste aree del cervello sono particolarmente ricche di dopamina, che ad alti livelli produce energia, tensione verso nuovi stimoli, motivazione a guadagnarsi una gratificazione e una certa sensazione di esaltazione. Tutti sintomi, questi, che in effetti accompagnano la prima fase dell’innamoramento…
Innamoramento e amore. È interessante notare innanzitutto che mentre la passione iniziale riguarda le aree cerebrali collegate alla gratificazione e agli impulsi, i sentimenti mossi da una relazione stabile e a lungo termine attivano altre aree, adibite piuttosto all’emozione. Dati, questi, che confermerebbero come anche neurobiologicamente il sentimento dell’amore cambi e si evolva nel tempo.
Amore al cioccolato. Il modo di reagire allo stesso sentimento da parte dei due sessi è anche cerebralmente diverso. Nel cervello di una donna innamorata si attivano maggiormente il corpo del nucleo caudato e la corteccia parietale posteriore, aree legate appunto al desiderio di gratificazione, all’emozione e all’attenzione. La maggior parte degli uomini coinvolti nello studio, spiegano i responsabili dell’esperimento, mostrano invece un’attività particolarmente vivace nelle regioni cerebrali adibite ai processi visivi, inclusa quella collegata all’eccitazione sessuale.
Ai single, gli esperti, suggeriscono la solita scappatoia per riprodurre parzialmente l’ebbrezza di una passione amorosa: il cioccolato stimolerebbe proprio una delle aree verificate attivarsi nell’esperimento.