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12 Ottobre 2017 Crisi del settimo anno, c’è una ragione scientifica?

Crisi del settimo anno, c’è una ragione scientifica?

Chi ci sta per arrivare, tende a scherzarci su: davvero il settimo anno è il peggiore, in una relazione di lungo corso? Ci sono spiegazioni scientifiche per la famosa “crisi”?

LA PAROLA ALLA STATISTICA. Helen Fisher, docente di antropologia biologica alla Rutgers University (New Jersey, USA) ha studiato a lungo i dati su matrimonio e divorzio in diverse popolazioni mondiali. Scoprendo che, se è vero che la mediana – ossia il dato che si trova nella posizione centrale tra i dati messi in ordine crescente – è di 7 anni, la moda, cioè il dato più frequente, è di 4 anni insieme.

I divorzi sembrano inoltre particolarmente diffusi in chi è all’apice dell’età fertile (25-29 anni per gli uomini, 20-24 e 25-29 per le donne), e tra chi ha un figlio a carico.

HO BISOGNO DI TE. Osservando il mondo degli uccelli, Fisher ha notato che solo il 3% delle specie ha una relazione monogama, ma che ben il 90% coopera nel mantenimento dei pulcini. La ragione è semplice: il partner che bada alla cova morirebbe di fame, se l’altro non lo nutrisse (e con esso morirebbero i nascituri).

DI NUOVO “A CACCIA”. Durante l’allattamento, accade lo stesso in alcuni mammiferi, come le volpi. Ma quando pulcini o cuccioli sono in grado di lasciare il nido, o la tana, anche i genitori sono liberi di separarsi e cercare un altro partner, con il quale riprodursi di nuovo.

PUNTO DI SVOLTA. L’uomo potrebbe aver conservato traccia di questo comportamento riproduttivo. Fino ai 4 anni i bambini sono molto dipendenti dalla madre; ma a quell’età iniziano in genere ad essere accuditi in gruppi di coetanei, da adulti esterni. I genitori sono dunque più liberi, e per le coppie più fragili è il momento in cui la rottura è più probabile.

PIÙ ATTREZZATI. Nell’ambiente difficile dell’antica Africa, dove vivevano i nostri antenati, avere figli da partner diversi significava garantire una maggiore diversità genetica e una più ampia gamma di abilità: in altre parole, maggiori probabilità di sopravvivenza. Quattro anni erano un tempo più che ragionevole per svezzare un bambino e rendersi più indipendenti.