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29 Novembre 2017 Tutto è relativo, anche la soddisfazione sessuale

Tutto è relativo, anche la soddisfazione sessuale

Siete soddisfatti della vostra vita sessuale? Probabilmente sì, soprattutto se pensate di farlo più spesso dei vostri amici. Il curioso risultato di una ricerca americana.

 Fare sesso è senza dubbio un’attività molto piacevole, ma la soddisfazione è ancora maggiore se pensiamo di farlo più spesso rispetto ad amici e conoscenti. E’ la singolare conclusione di una ricerca condotta da Tim Wadsworth, sociologo presso la University of Colorado Boulder, che tra il 1993 e il 2006 ha analizzato i questionari compilati da 15.386 individui in occasione della General Social Survey, uno studio demografico condotto ogni anno su un campione della popolazione statunitense. Lo studio è stato pubblicato sull’ultimo numero di Social Indicators Research.

Di più (degli altri) è meglio. In generale i partecipanti al sondaggio hanno dichiarato che il sesso li rende felici e il livello di soddisfazione è maggiore di oltre il 50% per i soggetti che hanno una vita sessuale attiva e regolare. Ma la felicità tra le lenzuola risulta condizionata dal paragone con quella degli amici: chi fa sesso due-tre volte al mese ma è convinto che i suoi amici lo facciano molto più spesso, ha una probabilità più bassa del 14% di riportare nel censimento alti livelli di soddisfazione.
Insomma, per essere felici non sembra importante fare tanto sesso, ma farne di più rispetto agli altri. Secondo i ricercatori la spiegazione di questo comportamento è diversa per uomini e donne: mentre per i maschi fare più sesso rispetto agli amici è una dimostrazione di forza e virilità, per le femmine il sentirsi desiderate favorirebbe l’autostima e la sensazione di sicurezza.

28 Novembre 2017 La menopausa? Un errore evolutivo causato dagli uomini

La menopausa? Un errore evolutivo causato dagli uomini

Arrivati a una certa età i maschi cercano partner più giovani per riprodursi. Ecco perché alle loro coetanee la fertilità non serve più.

L’insistente ticchettio dell’orologio biologico femminile a un certo punto si arresta: sopravviene allora la menopausa, la fine dell’età fertile nella vita di una donna. Ma perché il gentil sesso va incontro – caso unico nel mondo animale – a questo “stop” riproduttivo? Uno studio canadese pubblicato su PLOS Computational Biology fornisce una nuova spiegazione. Che potrebbe non piacere troppo agli uomini là fuori.

Arrivati a una certa età, i maschi desiderosi di diventare padri cercano una compagna più giovane. Per le loro coetanee, a quel punto, le chances di avere figli si riducono, e la scelta più conveniente per il loro corpo è quella di entrare in menopausa. La chiusura dell’età fertile femminile sarebbe quindi un “incidente” dell’evoluzione imputabile alle preferenze sessuali maschili.

Avere figli in età avanzata fa vivere più a lungo: la news

Utilizzando modelli computazionali i ricercatori della McMaster’s University (Canada) hanno dimostrato come sia stata, nel tempo, la scelta maschile di partner più giovani a favorire quell’insieme di cambiamenti biologici e genetici che hanno portato le donne a sviluppare la menopausa. L’ipotesi contraddice la diffusa teoria che la menopausa sia una soluzione evolutiva che impedisce alle donne più anziane di partorire, spingendole invece ad accudire i nipoti, aiutando i figli e sostenendo così la propria discendenza.

Secondo Rama Singh, tra gli autori dello studio, lo sviluppo di infertilità – un controsenso dal punto di vista dell’evoluzione che dovrebbe incoraggiare la continuazione della specie – sarebbe un semplice riconoscimento del fatto che dopo una certa età la fertilità non serve più. E poiché la selezione naturale punta alla sopravvivenza del gruppo attraverso il successo individuale, incoraggia le possibilità riproduttive nelle donne che hanno maggiori probabilità di essere “scelte”.

24 Novembre 2017 Ecco perché le donne soffrono di più l’ansia rispetto agli uomini

Ecco perché le donne soffrono di più l’ansia rispetto agli uomini

Quando l’ansia compromette lo stile di vita di una persona diventa un disturbo serio che necessita di cure

Donne, vi siete mai sentite dire dal vostro partner frasi del tipo: “Come sei ansiosa, dovresti stare più tranquilla”? Se si, non vi preoccupate, è normale, è dimostrato scientificamente che le donne soffrono maggiormente di ansia rispetto agli uomini.

Le ragioni? Sono legate a fattori biologici e ambientali! Le donne hanno fisiologicamente una regolazione della serotonina diversa rispetto agli uomini, dovuta al ciclo mestruale che altera i livelli di estrogeni: hanno livelli maggiori di questo neurotrasmettitore che regola i comportamenti emotivi.

Spesso, però, si tende ad abusare della parola “ansia”, usandola in modo scherzoso e senza pensare che ci sono in realtà persone che hanno disturbi seri legati a questo stato d’animo.

Infatti, quando compromette la qualità di vita di una persona, diventa una patologia che necessita di cure.

L’ansia si può manifestare in più modi: disturbo generalizzato, fobia sociale (ovvero la paura ad esporsi a situazioni sociali) e il disturbo da attacchi di panico, che se associato al timore di trovarsi in spazi aperti, si chiama agorafobia.

Quindi bisogna fare molta attenzione quando si dice ad una persona “sei ansiosa”, sarebbe meglio sostituire questo termine con “sei tesa come una corda di violino”!

23 Novembre 2017 Donne al volante? Il vero pericolo sono i giovani!

Donne al volante? Il vero pericolo sono i giovani!

Lo dice una ricerca: la popolazione femminile causa meno incidenti rispetto a quella maschile

Stavolta i provetti Schumacher che si divertono a sbeffeggiare le donne, soprattutto quelle intente a parcheggiare in modi improbabilmente “creativi”, dovranno ricredersi.Secondo una ricerca dell’Institute of Transport Economics, in Norvegia, sarebbero gli uomini, specie quelli che guidano spesso e si sentono sicuri al volante, a provocare il maggior numero di incidenti stradali.

Lo studio ha esaminato, inoltre, quanto incidano (appunto) i tratti della personalità sulle fatali distrazioni alla guida.

Gli studiosi hanno somministrato gli appositi questionari sulle distrazioni alla guida due gruppi di persone: il primo composto da 1100 studenti di scuole superiori, il secondo da un campione di 617 uomini e donne rappresentativo della popolazione norvegese. Il risultato? Le donne, in particolare quelle un po’ più adulte, e coloro che si sentivano padroni del veicolo, sono i soggetti che fanno registrare meno disattenzioni.

Dati importanti, perché secondo quanto comunicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ogni anno sono un milione le persone uccise in incidenti stradali. Bastano due soli secondi di distrazione per accrescere in modo irreparabile il rischio di provocare un sinistro.

Attenti, dunque, a quelle piccole azioni come rispondere al telefono o cambiare il canale dell’autoradio in cerca di quella canzone che “spacca”: in questo caso, infatti, le conseguenze potrebbero essere evidenti, nella migliore delle ipotesi, solo sulla vostra carrozzeria.

L’autore dello studio Ole Johansson commenta così:

“Interventi su misura potrebbero concentrarsi sui gruppi a rischio, come i giovani maschi con una guida non attenta e una bassa convinzione di poter controllare la distrazione”.

Tutto chiaro? Uomini, siate più clementi quando incrociate una donna al volante, perché il rischio di perdere la patente è proprio dietro l’angolo.

12 Novembre 2017 Donne senza figli? Sono più intelligenti

Donne senza figli? Sono più intelligenti

Una ricerca americana dimostra che il quoziente intellettivo delle donne senza figli è più alto.

Per molte donne il desiderio più grande è quello di trovare un buon lavoro, formare una famiglia felice e fare un figlio. Del resto soddisfare una voglia di maternità è sempre stata una cosa naturale e meravigliosa.

Eppure una recente ricerca scientifica potrebbe dare una magra consolazione a tutte quelle donne che hanno scelto di non avere figli, avendo dato maggiore importanza alla carriera ed alla realizzazione personale.

Un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Arizona hanno infatti dimostrato che le donne che attribuiscono più importanza al lavoro hanno un quoziente intellettivo più alto rispetto alla media. L’indagine ha studiato 100.000 persone ed ha dimostrato che l’80% delle donne con un QI più alto tendono a trascurare l’idea di farsi una famiglia.

A pensarla allo stesso modo una nota femminista che ha scritto un libro dal titolo “Why have Kids?” (Perché avere figli?) che spiega anche che le donne senza figli sono più furbe e sveglie. Avrà ragione?

10 Novembre 2017 Niente sesso siamo atlete

Niente sesso siamo atlete

Le ragazze che fanno sport sono più caste e morigerate.

Le ragazze che fanno sport hanno la tendenza a restare vergini più a lungo e ad avere rapporti sessuali meno frequenti, a cambiare partner meno spesso e fare un uso maggiore dei contraccettivi rispetto a giovani donne chi non praticano alcuna disciplina sportiva.
È quanto risulta da una ricerca condotta negli Stati Uniti sul comportamento di quasi mille studentesse americane tra i 14 e i 18 anni. “Possiamo considerare che esista uno stretto legame tra fare sport ed evitare delle gravidanze non desiderate – spiega Kathleen Miller della New York State University e una delle principali fautrici della ricerca. Lo sport permettere alle ragazze di sentirsi importanti, attraenti e popolari senza la necessità di fare sesso con questo o quel ragazzo. Darebbe loro un’alternativa per la propria autostima, nel valorizzare sé stesse. Si riconoscono come donne e atlete, e non solo come oggetti sessuali.”

Per gli uomini è diverso. Lo stesso non può essere detto per i maschietti che, al contrario, praticando sport attivamente aumentano la possibilità di avere rapporti sessuali e di averne più spesso di chi “sta a guardare”.
I risultati della ricerca hanno mostrato che il 54 per cento delle ragazze che praticano sport hanno ammesso di essere ancora vergini, contro il 41 per cento di chi non lo pratica. La ricerca è stata sviluppata con l’intenzione di far comprendere ai giovani la necessità di avere comportamenti sessuali responsabili, che, oltre all’abuso di alcool e droga rientra tra i maggiori rischi a cui vanno in contro gli studenti.

7 Novembre 2017 Pene d’amore? Sofferenze reali

Pene d’amore? Sofferenze reali

Le sofferenze derivanti da pene affettive hanno riempito d’inchiostro pagine tormentate di poeti e scrittori. Ma, quella dell’abbandono e della solitudine, che genere di sofferenza provoca? Secondo recenti ricerche, questo dolore non sarebbe molto diverso dallo sbattere il dito di un piede sullo spigolo di un mobile.

Fuori gioco. Un gruppo di ricercatori dell’università della California ha elaborato un gioco virtuale durante in quale si è simulato lo scambio di una palla tra tre concorrenti, due dei quali in realtà controllati da un elaboratore. Nel corso del gioco, all’inizio regolare, la terza persona – l’unica sotto esame – è stata deliberatamente esclusa dal gioco: la palla non le è più stata passata e lo scambio avveniva solamente tra i due concorrenti “computerizzati”. È in questa fase che il cervello è stato esaminato attraverso una risonanza magnetica funzionale: l’analisi ha evidenziato una certa attività neurale in una regione del cervello chiamata corteccia cingolata anteriore, solitamente coinvolta nella sofferenza fisica.

Meglio male accompagnati, che soli? Pare dunque che il dolore psicologico, specie quello derivato dall’angoscia derivante dall’esclusione sociale e dalla solitudine, condivida dal punto di vista neurologico lo stesso percorso neurale che elabora la fatica fisica. Vista la dipendenza dei piccoli mammiferi dai loro genitori, si può comprendere come, dal punto di vista evolutivo, l’esclusione sociale che determina un dolore simile a quello fisico è un fondamentale escamotage per la sopravvivenza.

4 Novembre 2017 Gli uomini affamati sognano le donne grasse

Gli uomini affamati sognano le donne grasse

Meglio le magre o le grasse? Dipende dall’appetito! Uno studio inglese ha mostrato che quando gli uomini hanno lo stomaco vuoto preferiscono le donne in carne.
Dopo aver testato l’appetito di un gruppo di studenti (su una scala da uno a sette) hanno mostrato loro una serie di foto di donne di vario peso vestite in modo sexy, alcune con abiti attillati e altre con un abbigliamento discinto. Coloro che avevano la pancia piena erano attratti di più dalle donne magre, mentre gli “affamati” preferivano quelle più rotonde.

Anche se ancora non è chiaro come la fame influisca sull’attrazione, secondo gli esperti di psicologia dell’evoluzione questo particolare comportamento potrebbe essere finalizzato alla sopravvivenza della specie. A differenza, infatti, delle società più opulente in cui le donne magre sono considerate più seducenti, nelle civiltà in cui le risorse alimentari sono limitate come nel Sud Pacifico, essere un po’ in sovrappeso per una donna è considerato sinonimo di bellezza. E non per particolari considerazioni estetiche ma perché in una situazione di scarsità di cibo avere qualche chilo in più significa – in termini evolutivi – maggiore garanzia di nutrimento e quindi di salute per la prole.

Chissà se anche le donne scelgono il partner amoroso con la pancia. È quello che vogliono scoprire con i prossimi esperimenti gli scienziati dell’università di Newcastle che hanno guidato la ricerca.

2 Novembre 2017 Vive seducendo una donna ogni sera.

Vive seducendo una donna ogni sera.

Joe ha 29 anni ed è un senzatetto davvero particolare. Ogni giorno infatti seduce una ragazza diversa, da cui si fa ospitare per la notte, evitando di dormire in strada.

Il ragazzo vive a New York e dice di amare la Grande Mela poiché gli consente di conoscere sempre nuove ragazze. Tutto ciò che guadagna con l’elemosina lo reinveste curando il suo aspetto ed evitando di apparire un senzatetto.

 Non di rado, per risparmiare, decide di sfruttare anche campioni gratuiti di gel e deodoranti, curando così il suo corpo praticamente a costo zero. Il ragazzo sostiene che almeno tre o quattro volte a settimana è ospite di qualche fanciulla, riuscendo spesso ad ottenere anche una lauta cena.

“Funziona così: vado da una ragazza qualunque e le dico che la amo, che vorrei sposarla, per divertimento. Alla fine mi sveglio con qualche soldo in tasca. Il mio compito è cercare di non sembrare un senzatetto” afferma Joe.