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20 Novembre 2023 Franco e Ciccio. un murale dedicato al duo comico

Franco e Ciccio. un murale dedicato al duo comico

Franco e Ciccio, un murale che celebra la famosa coppia comica italiana Inaugurato nel quartiere Sperone, a Palermo. Il murale rappresenta la locandina del celebre film del 1971 intitolato “Riuscirà l’avvocato Franco Benenato a sconfiggere il suo acerrimo nemico il pretore Ciccio De Ingras?”.

Inaugurato a Palermo un Murale dedicato a Franco e Ciccio

L’opera è realizzata dall’artista Nino Carlotta ed è situata lungo via Giuseppe Di Vittorio, su un lato del prospetto di un edificio di sette piani, nel contesto del progetto dell’Alleanza Creativa Sperone 167. Questo quartiere, spesso oggetto di “cronaca” e dimenticato dalle Istituzioni (come affermano alcuni residenti) ha voluto riscattarsi valorizzando due illustri palermitani che sono diventati icone del cinema italiano.

Franco e Ciccio, indubbiamente due grandi e straordinari personaggi che hanno lasciato un’incancellabile impronta nel panorama della commedia italiana. A loro va attribuito il merito di aver scoperto talenti come Lino Banfi. La città di Palermo ha dimostrato di ricordare e apprezzare il contributo di questi due artisti attraverso questo murale che li ritrae nella loro espressività comica.

Questo gesto è un importante segno di riconoscimento e un modo per preservare la memoria di Franco e Ciccio, due figure che hanno arricchito il cinema italiano con la loro comicità unica. E’ sempre gratificante vedere come la città di Palermo renda omaggio a questi grandi personaggi, contribuendo a mantenerne viva l’eredità nel cuore dei cittadini.

11 Novembre 2023 Palermo: “Scontrini Pazzi” addebitati 8 euro per l’apertura del tappo dello spumante

Palermo: “Scontrini Pazzi” addebitati 8 euro per l’apertura del tappo dello spumante

La febbre degli “scontrini pazzi” colpisce anche il “Marina Yatching” di Palermo. Il dettaglio in questione è la voce “apertura tappo”, per la quale sono stati addebitati 8 euro.

Scontrini Pazzi, un mania esplosa durante l’estate

Nonostante il totale dello scontrino fosse di circa 49 euro, i clienti hanno trovato ingiusto il costo aggiuntivo che ha portato il prezzo di una bottiglia di spumante da 16,99 euro a 24,99 euro. L’insolita voce sullo scontrino è diventata virale sui social e ha attirato l’attenzione dei proprietari dell’enoteca, che hanno deciso di fornire delle spiegazioni.

Il proprietario ha spiegato:

“Se il vino sa di tappo, l’utente può richiederne il cambio.”

Questa giustificazione ha ulteriormente fatto storcere il naso alla rete, come dargli torto.

19 Luglio 2020 Ventotto anni fa la strage di Via D’Amelio

Ventotto anni fa la strage di Via D’Amelio

Diciannove luglio 1992, sono passati 28 anni esatti dall’esplosione che in via D’Amelio,a Palermo, si prese la vita di Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli ed Eddie Walter Cosina. L’autobomba fu collocata nei pressi della casa della madre del giudice. Allora, come oggi, era una domenica.

Sono passati soltanto due mesi dalla strage di Capaci dove perse la vita il Giudice Falcone. In televisione si assiste inermi a un’altra devastazione. 

Quasi tutte virtuali a causa del Covid-19 le iniziative, tra le quali I contributi video del Movimento delle Agende Rosse, che saranno trasmessi in streaming sui social.

La Questura di Palermo ricorderà le vittime dell’attentato con iniziative a cui parteciperanno autorità militari e civili. Questa mattina saranno deposte corone di alloro sulle tombe dei caduti presso i cimiteri di Palermo.

 

24 Dicembre 2017 I PRESEPI VIVENTI PIU’ BELLI IN SICILIA

I PRESEPI VIVENTI PIU’ BELLI IN SICILIA

Oggi in occasione delle festività natalizie, vogliamo presentarvi uno dei protagonisti indiscussi fra i simboli di questi giorni: il presepe.

Quella del presepe è una tradizione talmente amata e sentita che esistono diverse versioni di presepe vivente in moltissimi paesi, che ogni anno accolgono veri e propri bagni di folla.  Il presepe vivente è una tradizione cristiana consistente in una rappresentazione – con l’impiego di figuranti umani – della nascita di Gesù e delle vicende collegate.

Nella maggior parte dei casi si tratta di rappresentazioni di antichi mestieri della Sicilia di fine Ottocento e inizi del Novecento, molti dei quali sembrano andare perduti. Anche in Sicilia la tradizione dei presepi viventi è molto viva ed ha una lunga storia con tante piccole e grandi realtà che ogni anno organizzano delle vere e proprie rappresentazioni teatrali.  Quel che aggiunge un particolare fascino ai presepi viventi in Sicilia è il particolare contesto in cui vengono allestitiCavegrotte o rovine di antichi edifici si prestano come scenario d’eccezione e di grande fascino per queste rappresentazioni. In molti casi oltre alla rappresentazione della Sacra Famiglia è da ammirare anche il contorno di figuranti, impegnati a dar vita ai mestieri del tempo passato, molto spesso interpretati dagli stessi anziani che svolgono quel determinato mestiere. Ecco allora che la visita al presepe in Sicilia, oltre ad immergerci nell’atmosfera del Natale, ci fa percorrere anche la tradizione dei mestieri dell’Isola.

Ecco i più bei presepi viventi di Sicilia provincia per provincia:

Agrigento

  • Presepe vivente di Montaperto: piccolo borgo dalle antiche radici, situato nella collina agrigentina, diventa in occasione delle festività natalizie; una piccola Betlemme dall’atmosfera incantata che con i suoi colori, profumi e sapori, vi guiderà in un piacevole tuffo nel passato e nella tradizione degli antichi mestieri, fino ad arrivare alla grotta e alla dolce immagine di Gesù Bambino.
  • Presepe vivente di Cammarata:  rappresentato nel suo centro storico, dove le strade si trasformano in uno scorcio di vita quotidiana, che ha come protagonisti contadini, artigiani e animali, che ci fanno rivivere il Natale.
  • Presepe vivente di Caltabellotta
  • Presepe  vivente di Cammarata
  • Presepe vivente di Canicattì     

Caltanissetta

  • Presepe vivente di Sutera; si tiene nei giorni 25, 26, 29, 30 dicembre 2017 e 4, 5, 6, 7 gennaio 2018. Durante il periodo di Natale il quartiere più antico e suggestivo, cioè il Rabato, si trasforma e le strette viuzze, illuminate da suggestive torce e falò, con le case ormai disabitate, fanno da scenario a un presepe molto particolare. Si rinnova così l’evento della nascita di Gesù: le voci di panarari, viddani, pastura, conzapiatta, tessitrici, con la loro fervente attività, fanno rivivere la civiltà contadina dei primi del ’900, mentre le nenie cantate dal gruppo dei Cantori locali allieteranno il percorso.Dal 2005 il presepe vivente di Sutera fa parte del R.E.I. (Registro dell’Eredità Immateriali) della Regione Sicilia nella sezione del Libro dei Saperi.

Catania

  • Presepe vivente di Paternò al quartiere della Gancia un presepe originale, non è una semplice rassegna di antiche arti e mestieri scomparsi, che stupiscono il visitatore relegando la Natività ed il suo messaggio in secondo piano, ma nell’affascinante scenario del borgo medievale della Gancia si ricrea l’atmosfera di quella lontana notte in cui “…il Verbo si fece carne e venne a piantare la sua tenda in mezzo a noi ” con la rappresentazione di scene di vita quotidiana in attesa della nascita del Salvatore del mondo.
    Il Presepe è certamente per molti un grande momento di riflessione e religiosità, ma è anche una grande opportunità culturale. Tutti i personaggi, in costume d’epoca ed a lume di torcia, si muovono lungo il pendio della collina. È un presepe diverso quindi: non si visita, ma si assiste ad una rievocazione storica della vita degli “angioti ”mentre si preparavano ad accogliere il Bambino Gesù.
    La straordinaria suggestività delle immagini fornite dal quartiere, oltre che all’originalità delle scenografie, sempre riproducenti la civiltà contadina di Paternò alla fine del XIX° secolo, la compostezza, il pathos interpretativo, la rievocazione di antichi mestieri, locali ormai in disuso ma che rivivono grazie alla manifestazione, il suono melodioso delle zampogne, la festa contadina, la degustazione di prodotti tipici come la ricotta appena preparata, la marmellata di arance, il pane caldo con dell’ottimo olio locale, i ceci cucinati, l’allegria coinvolgente dei personaggi e altro ancora, rendono il visitatore non un semplice spettatore ma protagonista dell’evento.
  • Presepe di Occhiolà (Grammichele, CT). Nello splendido scenario del Parco Archeologico di Occhiolà a Grammichele, sarà realizzato un Presepe Vivente unico nel suo genere. Occhiolà è il sito dove si trovano le rovine dell’antica città di Grammichele, distrutta da un terribile terremoto nell’anno 1693. In questo scenario suggestivo e pieno di storia si svolge la rievocazione natalizia di Occhiolà. Oltre alle date di apertura programmate è possibile richiedere un’apertura apposita per scuole o gruppi tra l’11 ed il 20 dicembre. Edizione 2017: 26 e 30 dicembre e 6 e 7 gennaio dalle 17 alle 21.
  • Presepe Verghiano: una inedita rappresentazione della Natività dentro la realtà di Giovanni Verga. Nei quartieri del Borgo Cunziria, scenario originario della Cavalleria Rusticana, attori in carne ed ossa mettono in scena episodi e personaggi della Cavalleria Rusticana, Jeli il pastore, l’amante di Gramigna, Storia di una Capinera, Nedda, La Lupa e Mazzarò che fanno da cornice alla grotta del Nascituro Gesù Bambino. Nel luogo, anche la via degli artigiani dove è possibile ammirare i mestieri di una volta e il giardino degli animali.. L’illuminazione rustica corre lungo li spazi scenici, vie, viadotti, e negli interni ed esterni alle abitazioni renderà tutto magico e surreale.
  • Presepe di Castiglione di Sicilia

Enna

  • Presepe vivente di Agira (Enna): Il presepe vivente allestito ad Agira il 24 dicembre è tra i più famosi di Sicilia. Lo scenario è d’eccezione: i resti dell’antico castello. Vi sono tantissimi figuranti e pure gli spettatori vengono coinvolti. L’iniziativa nel piccolo paesino dell’ennese viene organizzata da oltre 20 anni. Punto di forza è la cura dei dettagli e gli artigiani che eseguono realmente i loro mestieri. Dalla prima serata poi la rappresentazione entra nel vivo con la sacra famiglia che entra a Betlemme e trova la mangiatoia e poi ancora l’arrivo dei pastori e dei re Magi. Spesso la manifestazione viene trasmessa live anche tramite il sito Agira.org. Edizione 2017: 24 dicembre, orari da definire.

Messina

  • presepe vivente di Trappitello
  • presepe di Montalbano Elicona
  • Presepe vivente di Terme Vigliatore: sorge all’interno di un uliveto in lieve pendio. Questa ambientazione regala un’emozione unica e particolare, offrendo un ricordo indelebile per chi lo visita per la prima volta e chi lo visita ogni anno. Il Presepe Vivente di Terme Vigliatore non è solo una rappresentazione folkloristica, bensì una scrupolosa riproduzione dei luoghi e costumi della Betlemme durante il periodo della Natività.
    Le caratteristiche e colorate strutture che ci riportano all’antica Betlemme, realizzate dai volontari partecipanti al presepe, sono poste lungo il percorso di visita. Queste strutture, tutte in legno, ospitano le varie botteghe ed abitazioni, il caratteristico mulino ad acqua e la stalla della Natività. I vari personaggi in costume d’epoca medio-orientali, interpretati da volontari, metteranno in scena gli antichi mestieri, realizzando vari prodotti sotto gli occhi dei visitatori. Tra gli antichi mestieri, vengono rappresentati il calzolaio, il fruttivendolo, il decoratore di terracotta, il falegname, il fornaio, il pescatore, il pastore, il maniscalco, l’oste, ecc.; in esposizione anche vecchi strumenti dei mestieri, prodotti artigianali e gastronomico. Tradizionalmente all’interno del Presepe Vivente di Terme Vigliatore è possibile assaggiare vari prodotti, tra i quali pane condito, pane fritto dolce, pane casereccio appena sfornato, ricotta, polpette di pesce, ecc., e portarsi a casa un piccolo souvenir costituito da un pezzo di sapone vegetale realizzato sul posto. Caratteristica ed assolutamente da non perdere è la dimostrazione della produzione della ricotta fresca.
    Oltre gli antichi mestieri e ammirare il suggestivo ambiente, si potranno vedere anche vari animali (papere, galline di varie razze, galli, pecore, capre, cavalli e i caratteristici “bue e asinello”) tutti ben curati sotto le visite periodiche da parte di veterinari.
  • presepe vivente di Castanea delle Furie Da oltre venti anni, i giovani dell ‘Associazione turistico culturale ‘Giovanna d’Arco’ allestiscono nell’antichissimo Casale di Castanea delle Furie, un Presepe vivente, dove è possibile percorrere vicoli e ‘vanedde’ di un ‘Villaggio bethlemmiano’. Attraverso la ricostruzione presepiale, senza cadute di stile di tipo ‘folkloristico’ questa manifestazione, contribuisce a tramandare una intensa religiosità popolare assai consolidata nella nostra Isola, quale il culto e la devozione al Bambino Gesù.
  • Presepe vivente di Forza d’Agrò
  • presepe di Casalvecchio siculo  

Palermo

  • presepe vivente di Gangi, (eletto Borgo più Bello d’Italia 2014). Si tiene nelle giornate del 26, 27, 28 e 29 dicembre 2017 in pieno centro strorico. Scalinate, torri e strette vie si trasformano per l’occasione in un tipico ambiente palestinese, rappresentando la Natività in un modo molto singolare. Più di 100 figuranti propongono la nascita di Gesù Bambino mediante scene legate alla vita sociale della Palestina di quel tempo, scene legate alla presenza militare di Roma imperiale con Erode, la sua corte e i soldati e scene esclusivamente di carattere religioso. Dietro c’è un’approfondito studio storico-antropologico e religioso.
  • presepe vivente di Termini Imerese, si svolge nelle date del 17 e 26 dicembre 2017 e del 6 e 712:59 13/11/2017 gennaio 2018 in piazza Duomo. ad accogliere i visitatori è la riproduzione di un antico portale romano e il percorso si conclude in piazza delle Terme. Attraverso la rappresentazione si potrà tornare indietro nel tempo: un viaggio di quasi due ore, durante il quale si viene attivamente coinvolti. È possibile vedere la reggia del re Erode, il tempio di Gerusalemme, il mercato di Betlemme e l’accampamento dei romani. Il presepe vivente offre la possibilità di riscoprire alcuni tesori dimenticati dell’arte e della storia della città, come la chiesa di San Giacomo, la chiesa Madre, la chiesa dell’Annunciaza, l’imponente scalinata della via Roma e le caratteristiche viuzze del centro storico.

Siracusa

  • presepe di Palazzolo Acreide (Siracusa): Da alcuni anni, nella cittadina montana di Palazzolo Acreide, nei giorni di festa viene realizzato un presepe vivente nel castello medievale. Il quartiere medievale di Palazzolo si trova nella parte periferica del paese ed è caratterizzato da strette stradine in salita che culmina nell’antico castello. Il monumento fino a pochi anni fa era in stato di abbandono. Adesso e nuovamente restaurato e si presta quale suggestiva scenografia per la rappresentazione della natività. Zampognare e musiche natalizie creano la magica atmosfera di festa. A Palazzolo è possibile anche visitare un museo dei presepi ed un museo etnologico con antichi presepi.
  • Presepe di Cavagrande del Cassibile.
  • Presepe vivente a Melilli.

Ragusa

  • presepe vivente di Ispica, accoglie ogni anno migliaia di visitatori, affascinati dalla possibilità di immergersi in un’atmosfera magica e suggestiva. Nella zona archeologica di Cava d’Ispica prendono vita circa cinquanta antichi mestieri. Tra le grotte naturali, un team di attori porta in scena le vicende della quotidianità, narrando la nascita di Gesù bambini. I tornanti della Barriera coprono una distanza di circa 1,5 chiloetri e costituiscono l’ingresso secondario alla città. Dal fondovalle, guardando verso Ispica, si può ammirare lo sperone roccioso sul quale si erge il convento dei Frati Minori: qui, un tempo c’erano abitazioni rupestri e tombe scavate nella roccia. Nella Cava ci sono anche numerosi santuarietti rupestri, una necropoli e ruderi di chiese. L’edizione 2017 del presepe vivente di Ispica si terrà il 17, 25 3 26 dicembre 2017 e il primo e il 6 gennaio del 2018, dalle ore 16.30 alle ore 20.30.
  • presepe di Giarratana
  • Presepe vivente di Monterosso Almo.

Trapani

  • presepe vivente ad Erice
  • presepe vivente di Custonaci (Trapani): viene allestito ogni anno dal lontano 1981. Questo presepe viene allestito nella suggestiva grotta Mangiapane. Oltre alla sacra famiglia viene allestito un vero e proprio borgo con case, stalle, ovili, botteghe e rivivono alcuni tradizionali mestieri siciliani come u curdaru (il cordaro), u sellaru (il conciatore di selle), u firlizzaru (costruttore di sgabelli) ecc. Viene inoltre allestito il tradizionale spettacolo di marionette chiamato “pupi siciliani“. Il presepe di Custonaci, in genere è visitabile da pochi giorni prima di Natale fino all’Epifania. Edizione 2018: 25, 26, 29, 30 dicembre; 5,6,7 gennaio dalle ore 16 alle ore 21
  • presepe vivente di Balata di Baida. Per l’occasione viene sfruttato uno dei primi centri abitati, un piccolo nugolo di case circondato da fichi d’india, sommacchi e uliveti.
  • Presepe vivente di Calatafimi Segesta

Tante le proposte per visitare uno di questi spettacoli che ci faranno rivivere pienamente la Natività di Gesù Cristo!

13 Dicembre 2017 COME SI FESTEGGIA SANTA LUCIA IN SICILIA

COME SI FESTEGGIA SANTA LUCIA IN SICILIA

Il 13 dicembre è il giorno dedicato a Santa Lucia, festività celebrata nei paesi nordici come la Svezia e, in Italia, soprattutto in Sicilia, la terra natale della Santa.
Si tratta di una festa molto sentita, in cui il gioioso clima pre-natalizio si affianca alla commemorazione religiosa di una delle martiri più care.
Santa Lucia nacque a Siracusa nel 283 e fu decapitata in seguito alle persecuzioni anticristiane di Diocleziano. Il 13 dicembre, giorno in cui ricorre il martirio della Santa, a Siracusa si espongono drappi e tappeti sui balconi per accompagnare la processione che attraversa la città. La statua d’argento che raffigura la Santa,opera di Pietro Rizzo, capolavoro dell’oreficeria siciliana del XVI secolo, resta esposta presso la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro fino al 20 dicembre. Questa statua, alta quasi quattro metri, racchiude in una teca d’oro, dei preziosissimi frammenti delle costole di Santa Lucia, le cui spoglie sono conservate a Venezia.
Il 20 Dicembre la festa si conclude, con il rientro della statua alla Cattedrale, portata in spalla dai “berretti verdi” della confraternita dei falegnami.
Inoltre, il 20 dicembre, in occasione della processione per l’ottava di Santa Lucia, la città usa ospitare una “Lucia di Svezia”, cioè una ragazza svedese che rappresenta Lucia, e che presenta il capo cinto di una corona di candele.
La luce e Lucia hanno un legame strettissimo. Santa Lucia è la Santa che protegge la vista e quindi la luce dei nostri occhi, ed è la Santa che si festeggia nei giorni in cui anticamente si svolgevano rituali per propiziare il successivo ritorno della luce -il 21 dicembre giorno del solstizio invernale-. Forse anche per questo la tradizione vuole che si accendano fuochi per la vigilia della festa.
Una certa iconografia raffigura la Santa recante un mazzo di spighe e un piatto con gli occhi. A volte la tazza reca una fiaccola ed è per questo che viene accostata alla dea greca Demetra o alla romana Cerere,che venivano rappresentate cone un mazzo di spighe e la fiaccola.

In questo giorno per Santa Lucia “si cuccìa” (3.a persona singolare di “cucciàri” derivato da “còcciu” cosa piccola, chicco). Si racconta che Siracusa fu colpita da una grave carestia, durante la dominazione spagnola. Nella disperazione del momento giunse una nave carica di frumento e che questa circostanza sia stata ritenuta un miracolo. I siciliani fecero bollire il grano e vi aggiunsero un filo d’olio: nacque così la “cuccia”. Da quel momento alla devozione per Santa Lucia è stato associato l’uso del mangiare cuccia.

Durante questi giorni di festeggiamento e’ bandito l’uso di pasta e pane e si usa consumare solo verdure e legumi, le arancine e la cuccia, piatto tipico a base di grano e legumi, in alcune località, e dolce a base di grano bollito e crema di ricotta, a Palermo. Anticamente era anche un piatto salato (grano cotto con verdure), ma che ora e’ esclusivamente un piatto dolce. Tale uso non e’ che sia strettamente siciliano, lo troviamo un po’ dovunque nelle regioni meridionali (sardegna compresa); basti pensare alla “pastiera”.
L’esecuzione del piatto e’ molto varia: si parte da grano ammollato per 2-3 giorni e quindi cotto in genere nel latte.
Il resto poi e’ fantasia: crema di ricotta, crema di cioccolato, vin cotto, cannella, polvere di cacao, zuccata, ciliege candite, granella di pistacchio. Ognuno la fa a proprio gusto.
Altra usanza, invece, è quella di fare dei piccoli pani a forma di occhi, da benedire, che vengono consumati per tenere lontane le malattie connesse alla vista.
Il sentimento comune che vuole che Santa Lucia aiuti la vista è confermato dal Pitrè che scrive che “serba sani gli occhi dei suoi devoti”, che rinunciano a mangiare pane e pasta il 13 dicembre.

A Palermo, il giorno che dovrebbe essere di astinenza dal pane e dalla pasta diventa il pretesto per consumare arancine in abbondanza. Anche se oggi vengono proposte nei più svariati modi, la classica arancina palermitana è quella con la carne. La tradizione vuole che questo dolce sia distribuito a familiari, amici e vicini di casa. Le briciole si lasciano su tetti per essere catturate dagli uccellini. A Palermo è stata ideata una versione alternativa e golosa della “cuccia”, unendo crema di ricotta e scaglie di cioccolato al grano. Questo dolce è preparato dalle pasticcerie palermitane esclusivamente il giorno di Santa Lucia.
Anche in tutto il resto della Sicilia si svolgono processioni e numerose manifestazioni cittadine per commemorare la Santa protettrice della vista.

A Catenanuova la Festa di Santa Lucia contempla una processione del simulacro di Lucia per le vie cittadine.
Anche a Belpasso si festeggia Santa Lucia, con celebrazioni religiose e manifestazioni cittadine, che cominciano prima del 13 dicembre: il 12 dicembre, per le strade del paese, si svolge la processione delle Sante Reliquie, mentre la sera sfilano i carri di Santa Lucia, raffiguranti momenti della vita della Santa. Essi sono costituiti da marchingegni meccanici conosciuti solo dal maestro e da pochi collaboratori. La festa prosegue il giorno seguente con lo svelamento del simulacro della Santa, il Pontificale in Chiesa, officiato dall’Arcivescovo di Catania, la processione con il simulacro.
La festa coinvolge diverse regioni italiane: secondo le tradizioni del Nord Italia, a Brescia, Bergamo, Cremona, Piacenza, Alessandria, Verona, Trento, Chieti nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, la Santa attraverserebbe le vie dei borghi e delle città, in compagnia del suo asinello, lasciando doni per i bambini sulla soglia della porta. È uso che i bambini indirizzino alla santa una letterina e, la notte dell’arrivo, preparino sul davanzale della finestra del cibo, acqua e paglia, in vista del suo passaggio. Guai però ad aspettare alla finestra: la Santa si farà attendere, senza manifestarsi e senza lasciare alcun presente!
La Santa è festeggiata anche in Campania e Sardegna, nella zona della Mermilla, dove a questa figura viene raccomandata la famiglia e le figlie femmine non sposate, affinché trovino marito.
Nel Nord Europa (Danimarca e Svezia) le figlie primogenite usano vestirsi di bianco, con un nastro rosso in vita e una corona di rami e sette candele in testa, per portare dolci e pan pepato ai famigliari, in compagnia delle sorelle. In particolare, nei paesi nordici, la festività si carica di un forte aspetto simbolico: è il giorno più breve dell’anno.
In Brasile, dove la festa è stata esportata, i bambini preparano un piattino con del fieno, da sistemare sotto il letto, in vista dell’arrivo della Santa che porterà loro i doni.
8 Novembre 2017 I sette siti siciliani dell’Unesco

I sette siti siciliani dell’Unesco

L’Italia è il paese che detiene il record di maggior numero di patrimoni dell’umanità dell’UNESCO . Rientrano in questa categoria tutti i beni culturali come monumenti eccezionali dal punto di vista storico e architettonico, ma anche i siti naturali che hanno valore estetico e scientifico straordinario e anche i cosiddetti siti misti, frutto dell’azione combinata dell’uomo e della natura, che conservano la memoria di modi di vita tradizionali, e rappresentano il legame fra la natura e la cultura.

Il 16 novembre del 1972 la Conferenza generale dell’Unesco adottò la Convenzione sul patrimonio mondiale con lo scopo di identificare e invitare alla salvaguardia di quei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. Il Comitato della Convenzione, chiamato Comitato per il patrimonio dell’umanità, ha sviluppato negli anni dei criteri precisi per l’inclusione dei siti in quella che è stata chiamata laWorld Heritage List, la Lista dei Patrimoni dell’Umanità.

In totale sono 51 i siti Unesco in Italia, seguita dalla Spagna con 41 e dalla Cina con 38.

In Sicilia sono ben 7 i  luoghi di interesse culturale, naturale e misto da tutelare e scoprire, andando a costituire il l 20% dei siti Unesco italiani. Essi sono:

  • l’area archeologica di Agrigento, entrata nel patrimonio Unesco nel 1997 : visitabile tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 19 al costo di 10 euro a persona (e gratuitamente la prima domenica di ogni mese), è una delle tracce più impressionanti della civiltà greca in Sicilia.
  • la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina,​​​​​ esempio di lussuosa residenza romana con mosaici di eccezionale bellezza anch’essa nel patrimonio Unesco dal 1997: la Villa è aperta ogni giorno compresi i festivi, e rimane aperta dalle ore 9 alle ore 18.
  • le isole Eolie: Panarea, Stromboli, Vulcano, Alicudi, Filicudi, Lipari e Salina, tutte di origine vulcanica, fanno parte del patrimonio Unesco dal 2000.
  • le città tardo-barocche della Val di Noto: per la precisione a essere inserite nel patrimonio Unesco nel 2002 sono state Scicli, Ragusa, Modica, Caltagirone, Catania, Palazzolo Acreide, Noto e Militello in Val di Catania, grazie al loro stile e alla cura verso i monumenti.
  • Siracusa e la Necropoli di Pantalica; sono entrate  nel 2005 a far parte dei Siti Unesco. La Necropoli di Pantalica contiene oltre 5000 tombe scavate nella roccia vicino a cave di pietra, mentre la città conserva vestigia come il Tempio di Atene, un teatro greco, un anfiteatro romano, un forte e altro ancora.
  • l’Etna, inserito nel 2013 per la sua eccezionale attività vulcanica millenaria: oltre a essere il più grande vulcano d’Europa offre spettacoli di rara bellezza con le sue eruzioni. Partendo da Catania e dintorni è possibile partecipare a diverse escursioni per vedere da vicino i fiumi di lava.
  • l’itinerario arabo normanno, è stato inserito nel 2015 e comprende monumenti che sono esempio di di convivenza, interazione e interscambio tra diverse componenti culturali di provenienza storica e geografica eterogenea. Il sito seriale risulta formato da undici edifici di cui nove a Palermo, uno a Cefalù e  uno a Monreale. Fanno parte del circuito Palazzo Reale e Cappella Palatina, Cattedrale, Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, Chiesa di San Cataldo, Ponte dell’Ammiraglio, il Castello della Zisa, Duomo e chiostro di Monreale, Duomo e chiostro di Cefalù.

C’è da dire che, nel 2008,  è stata inserita anche l’Opera dei Pupi nelle liste Unesco, riconosciuta come Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità. L’Opera dei Pupi (particolare tipo di teatro delle marionette) prende forma in Sicilia a cavallo del 19 ° secolo, quando vengono messe in scena storie di letteratura medievale cavalleresca e poesie del Rinascimento. Le due principali scuole dell’Opera dei Pupi, entrambe di tradizione e a conduzione familiare, sono a Palermo e Catania.

Tante ricchezze le ricchezze della nostra Sicilia, che ci auguriamo vengano conosciute e valorizzate.