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2 Dicembre 2017 Giappone: 30mila morti per solitudine. Arrivano le imprese di pulizia per i defunti

Giappone: 30mila morti per solitudine. Arrivano le imprese di pulizia per i defunti

Il fenomeno del Kodokushi è in crescente diffusione e riguarda soprattutto le persone anziane, ma si registrano anche casi tra i giovani

Cosa vuol dire la parola giapponese Kodokushi? È un fenomeno che riguarda le persone anziane (il 20% della popolazione) che rimangono sole e diventano preda dell’inedia, lasciandosi lentamente morire.

Haruki Watanabe, ad esempio, è stato trovato morto dal padrone di casa di Osaka. L’uomo aveva solo 60 anni e non si trovava in una situazione di particolare difficoltà a livello economico. Il suo vero problema era la mancanza di amici e congiunti.

Il suo unico figlio non aveva più contatti con lui da molto tempo. Come hanno fatto ad accorgersi del decesso? Semplice, il padrone di casa doveva riscuotere diverse mensilità dell’affitto. Il che la dice lunga su quanto possa essere stato facile, per Haruki, sentirsi solo.

In Giappone, dove inventano soluzioni per qualunque cosa, sono aumentate a vista d’occhio anche le ditte di pulizia specializzate nella disinfestazione degli appartamenti.

Toru Koremura è il fondatore di una di queste imprese, la Risk Benefit, che vanta ben 60 richieste al mese con una media di 10 al giorno nei mesi estivi (perché in quel periodo la decomposizione è più veloce).

I costi partono dai mille fino ai tremila dollari e il lavoro non è per nulla facile, a cominciare dalla scelta del disinfettante:

«Ci sono 40mila diversi cattivi odori nel mondo e scegliere il prodotto adatto è molto difficile».

Segue la raccolta degli effetti personali che, in mancanza di una famiglia, vanno al padrone di casa. Koremura fa un rapido bilancio dei casi di Kodokushi:

«Il 90% sono uomini. Le donne sembrano più capaci di integrarsi nella comunità».

In sostanza, in Giappone si assiste a una crisi della struttura di famiglia tradizionale.

Yasuyuki Fukuhawa, psicologo alla Waseda University di Tokio, afferma che la percentuale di popolazione anziana è altissima e supera «le capacità di cura familiare».

Se le case di riposo sono troppo costose si finisce per lasciarsi andare alla solitudine.

Altro dato allarmante è quello legato alla diffusione degli Hikikomori, i giovani reclusi in casa che spesso finiscono per suicidarsi: secondo il governo sarebbero 700mila.

Numeri da non sottovalutare, dunque, e sui quali non sarebbe certo il caso di passare un colpo di spugna.

27 Settembre 2017 Argentina: non voleva trascorrere da solo il compleanno

Argentina: non voleva trascorrere da solo il compleanno

In Argentina un nonnino ha finto un mal di testa, per farsi ricoverare, ma il finto mal di testa era dettato dalla solitudine, infatti, l’84 enne, non voleva assolutamente trascorrere da solo il suo compleanno; questa storia ha commosso tutta l’Argentina. Vedovo da 4 anni, senza figli e senza parenti, non voleva festeggiare il suo 84esimo compleanno da solo. Così, la sera prima, si è presentato al pronto soccorso lamentando una forte cefalea ed è stato ricoverato a Buenos Aires. A scoprire che Oscar, questo il nome dell’uomo, aveva raccontato una piccola bugia («una bugia bianca», a fin di bene) è stata l’infermiera Gisel Rach, che ha raccontato la storia in un lungo post su Facebook. Insieme alle colleghe, la donna ha deciso di organizzare una mini-festa per Oscar, con torta, candelina e palloncini realizzati con i guanti monouso. Un gesto che ha fatto dimenticare all’anziano, almeno per qualche ora, la solitudine che lo ha portato a inventare una malattia, pur di non sentirsi abbandonato in un giorno per lui speciale. «Si è recato alla guardia medica per una “cefalea” e — lo scrivo tra virgolette — sapete qual era la sua vera malattia? Oggi compie 84 anni e non voleva stare da solo», ha scritto Gisel.

«Sì, proprio quello che avete letto — continua il post —. Scommetto che vi si è stretto il cuore come è successo a me e a miei colleghi. Abbiamo deciso di comprargli una mini torta, una candelina per esprimere tre desideri e, come potete notare, abbiamo ricavato dei palloncini dai guanti di lattice». Lo sguardo dell’uomo, mostra lo scatto, «è pieno di lacrime di gioia per una cosa così semplice. Non lo dimenticherò mai più. Uno dei desideri lo ha usato per chiedere che il prossimo anno gli accada la stessa cosa», conclude l’infermiera. Con una lezione di vita che vale per tutti: «Valoremos lo que tenemos y no lo que nos falta, si tenes alguien que te espera, alguien q te llama, que se preocupa por vos, te valora y te ama, ama mucho y sobretodo CUIDALO porque sos millonario y no te estas dando cuenta. ¡FELIZ CUMPLE OSCAR!». «Diamo valore a quello che abbiamo e non a quello che ci manca, se avete qualcuno che vi aspetta, qualcuno che vi chiama, che si preoccupa per voi, che vi apprezza e vi ama, amate molto e soprattutto abbiate cura di lui perché siete milionari e non ve ne rendete conto. Buon compleanno Oscar!».

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